Usa il cane come una mazza e picchia la moglie. Lei ferita, morto l’animale

Un 51enne del Michigan, Timothy Tucker, è stato condannato a sei mesi di reclusione e a quattro anni di libertà vigilata per aver picchiato selvaggiamente la moglie e ucciso un cucciolo di cane di circa due settimane, il tutto nel medesimo orribile atto. Ebbene sì, questo individuo ha pensato di malmenare la moglie con il cucciolo di casa afferrato per il collo, sicuramente terrorizzato per quanto gli stava accadendo e morto per la violenza stessa dell’atto.

Per fortuna la moglie ha avuto il coraggio di denunciarlo anche per precedenti maltrattamenti in famiglia. Oltretutto il Signor Tucker non era nuovo a questi atti così violenti perpetrati non solo contro la famiglia, ma anche contro altri animali di casa per ben quattro episodi. Quella di Tucker è stata una crudeltà multipla rivolta nei confronti di più soggetti deboli, la coniuge e un animale domestico. Di fronte a questi episodi ci chiediamo quale meccanismo scatti nella psiche umana perché possa raggiungere livelli di aberrazione così elevati, senza attenuanti di sorta. Infatti qui non si tratta di violenza di guerra di cui tanto parliamo e sentiamo, non per questo meno esecrabile, ma di un atto di violenza pura, immotivato e indiscriminato. La storia è stata riferita da Giovanni D’agata, Presidente dello Sportello dei Diritti, che giustamente ha definito l’essere umano “il più feroce tra gli animali”.