Yemen, la denuncia dell’Oxfam: orrore senza fine

Un'ulteriore escalation di un conflitto che dura da 7 anni. La Oxfam chiede alla comunità internazionale di intervenire

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Yemenis inspect the damage following overnight air strikes by the Saudi-led coalition targeting the Huthi rebel-held capital Sanaa, on January 18, 2022. - The Saudi-led coalition fighting Yemen's Huthi insurgents said it had launched air strikes targeting the rebel-held capital Sanaa after a deadly attack against coalition ally Abu Dhabi. (Photo by MOHAMMED HUWAIS / AFP)

Un orrore senza fine quello che si sta verificando in Yemen, dove secondo quanto denunciato da Oxfam sono 29 i civili uccisi – tra cui 3 bambini oltre a 23 feriti – solo tra il 6 e il 13 gennaio. Undici vittime civili lo scorso lunedì, a causa degli attacchi nella capitale Sanaa. E’ stato registrato un aumento del 60% delle vittime civili negli ultimi 3 mesi del 2021, rispetto al trimestre precedente.

Una nuova escalation

Si tratta del bilancio di una ulteriore escalation del conflitto che in quasi 7 anni ha causato centinaia di migliaia di vittime. “Per milioni di bambini e famiglie sta diventando impossibile sopravvivere, bersagli di bombe che piovono dal cielo, di attacchi terrestri che non fanno che inasprirsi e coinvolgono una parte rilevante del paese. – ha sottolineato Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Lo Yemen già prima di questa guerra era uno dei paesi più poveri del mondo e adesso 15,4 milioni di persone dipendono dagli aiuti internazionali per avere accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari”.

La richiesta di Oxfam: la comunità internazionale intervenga

Quindi, “cosa aspetta la comunità internazionale a negoziare un immediato cessate il fuoco? A imporre alle parti in conflitto il rispetto del diritto internazionale umanitario?”, ha aggiunto Pezzati in una nota. Allo stesso tempo Oxfam fa sapere che dal luglio 2015 ha soccorso oltre tre milioni di yemeniti. Dalla conferma dei primi casi di Coronavirus ha rafforzato il proprio intervento per rispondere alla pandemia in un paese in cui metà delle strutture sanitarie sono completamente distrutte, distribuendo kit igienico-sanitari e acqua pulita nei campi profughi. Ha realizzato campagne di sensibilizzazione sulle norme di prevenzione del contagio tra la popolazione. Allo stesso tempo è al lavoro con 4 organizzazioni locali, per migliorane servizi utili e prevenire episodi di abusi e violenze sulle donne, aumentati del 63% negli ultimi due anni.