Ucraina, notte di bombe a Kiev. Zelensky: “Ingannevole il ritiro dei russi”

Secondo il presidente ucraino Zelensky la revoca delle sanzioni contro la Russia "può essere prevista solo a guerra finita"

Il conflitto russo-ucraino è arrivato al trentacinquesimo giorno. Sono continuati nella notte i raid russi nei dintorni della capitale ucraina Kiev, nonostante gli spiragli di negoziato emersi ieri a Istanbul e l’annuncio di Mosca della disponibilità ad una riduzione delle ostilità.

Le sirene sono risuonate nella notte a Kiev e in altre città mentre sia l’esercito ucraino che il Pentagono ritengono che Mosca non abbia messo in atto alcun ritiro ma un “ingannevole” riposizionamento di truppe, con duemila soldati russi spostati in Ucraina dalla Georgia. Lo riporta Ansa.

Klitschko: “L’esercito russo rapisce sindaci e funzionari cittadini”

Il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko, a capo anche dell’Associazione delle città ucraine, ha affermato che l’esercito russo continua a rapire sindaci e funzionari cittadini nei territori ucraini temporaneamente occupati. “Durante la guerra, dal 24 febbraio, gli occupanti hanno rapito 11 sindaci e altri otto funzionari comunali“, ha detto Klitschko.

Human Rights Watch: “Russia utilizza mine antiuomo”

Le forze russe in Ucraina hanno utilizzato mine antiuomo nella regione orientale di Kharkiv. La denuncia è di Human Rights Watch, secondo cui gli ordigni esplosivi bellici vietati sono stati localizzati da tecnici ucraini il 28 marzo 2022. La Russia è nota per possedere le mine che possono uccidere e mutilare indiscriminatamente persone entro un raggio di 16 metri, mentre l’Ucraina non possiede questo tipo di armi o il suo sistema di utilizzo, scrive TgCom24.

I negoziati di pace

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di “segnali positivi” dai negoziati di pace ieri a Istanbul ma precisa che “non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a combattere per la nostra distruzione. Gli ucraini non sono persone ingenue”. E nel 35/o giorno di guerra ribadisce che “non ci possono essere compromessi sulla nostra integrità territoriale”.

Zelensky: “Revoca sanzioni a Mosca solo a guerra finita”

Secondo il presidente ucraino la revoca delle sanzioni contro la Russia “può essere prevista solo a guerra finita”. “Non bisogna aspettarsi che i negoziati influiscano sulla revoca delle sanzioni contro Mosca – ha detto al termine del primo giorno di negoziati in Turchia -. La questione delle sanzioni non può nemmeno essere sollevata fino alla fine di questa guerra, finché non avremo indietro ciò che ci appartiene, finché non ripristiniamo la giustizia. Al contrario, le sanzioni dovrebbero essere rafforzate settimanalmente e dovrebbero essere dure”, ha aggiunto.

E intanto non migliorano i rapporti tra Usa e Russia, con il dipartimento di Stato che diffonde un nuovo avviso agli americani, invitati a lasciare ‘immediatamente’ il Paese o a non recarvisi perché potrebbero essere ‘trattenuti’ in ragione del conflitto in corso in Ucraina. La Casa bianca esclude che un incontro tra i presidenti americano e russo Joe Biden e Vladimir Putin possa essere messo in agenda prima di una “significativa de-escalation militare” che di fatto ancora non si vede.

Il nodo alimentare

Scoppia intanto il nodo alimentare, con la Russia accusata dalla vice segretaria di Stato Usa Wendy Sherman in una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu di aver provocato una “crisi alimentare mondiale” e di far correre il rischio di una carestia in vari Paesi scatenando una guerra contro l’Ucraina, considerata il “granaio d’Europa”. “I prezzi dei generi alimentari stanno già salendo alle stelle nei Paesi a basso e medio reddito poiché la Russia soffoca le esportazioni ucraine.

In tutto il Medio Oriente e l’Africa, i prezzi già elevati delle materie prime di base, compreso il grano, sono aumentati tra il 20% e il 50% quest’anno”, ha proseguito, dicendosi “particolarmente preoccupata per paesi come Libano, Pakistan, Libia, Tunisia, Yemen e Marocco, che dipendono fortemente dalle importazioni ucraine per nutrire le loro popolazioni”.

Mosca respinge le accuse, considerando le parole della Sherman – lo afferma l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov – “parte della guerra dell’informazione di Washington contro la Russia”. La Sherman ribatte denunciando che i russi stanno bloccando 94 navi alimentari civili nella regione del Mar Nero e hanno bombardato tre navi che trasportano merci, soprattutto agricole, dai porti del Mar Nero in tutto il mondo. E la vicenda ucraina torna a pesare anche nella politica interna americana, con Donald Trump che ha chiesto a Putin di rivelare ogni informazione in suo possesso su eventuali irregolarità riguardanti il figlio di Biden, Hunter.

La Cina all’Onu: “Le sanzioni aggraveranno la carestia”

Sul tema alimentare è intervenuta anche la Cina. Il vice rappresentante permanente della Cina all’Onu, Dai Bing, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina ha affermato che “le sanzioni e i blocchi economici esacerberanno artificialmente la mancanza di cibo e l’alterazione dei prezzi”. Secondo Pechino in questo modo verrà sconvolta “ulteriormente la produzione alimentare e la catena di distribuzione nel mondo, facendo salire i prezzi e ponendo un onere sui Paesi in via di sviluppo che non meritano”.