Draghi ricorda Ugo La Malfa: “Uno dei principali costruttori della Repubblica”

Il premier Mario Draghi è intervenuto stamani alla presentazione del Portale Ugo La Malfa alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera, Roberto Fico e alla famiglia dello statista

Il premier Mario Draghi è intervenuto stamani alla presentazione del Portale Ugo La Malfa (qui il link) alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera, Roberto Fico e alla famiglia dello statista.

L’intervento di Draghi

L’archivio digitale degli scritti politici di La Malfa, dei suoi discorsi, del suo epistolario non è soltanto un viaggio nella nostra memoria collettiva. È un tesoro nazionale, da preservare per le generazioni future ma anche per noi ora. La Malfa che è stato uno dei principali costruttori della Repubblica”.

“Oggi, ricordiamo La Malfa come grande statista e appassionato riformatore. Uno degli artefici del boom economico, sempre attento a bilanciare crescita e uguaglianza. Uomo onesto e rigoroso, che non dimenticava quando, da giovane studente alla Ca’ Foscari, per risparmiare si nutriva di fichi secchi”.

“Un protagonista della vita civile dell’Italia, che non ha mai perso di vista i valori morali dell’attività clandestina e della Resistenza, e l’importanza di trasmetterne la memoria”. “Nella lettera a Donato Menichella all’annuncio delle sue dimissioni da Governatore della Banca d’Italia – ricorda il premier – La Malfa si preoccupa che i più giovani non conoscano mai ‘quello che noi abbiamo sofferto e quello per cui tutta la vita abbiamo combattuto’. Sono certo che l’archivio che inauguriamo oggi contribuirà a diffondere la lezione riformatrice di La Malfa, il suo coraggio, la sua passione civile”.

Draghi cita La Malfa: “Coraggio riforme contro non governo”

Al ‘non-governo’ va contrapposto il coraggio delle riforme economiche e sociali. Un’azione paziente ma decisa, che eviti gli sterili drammi degli scontri ideologici, per dare all’Italia una prospettiva di sviluppo, coesione, convergenza. La Malfa – ha aggiunto Draghi – ci ricorda l’importanza di una politica di programmazione, necessaria per uno ‘sviluppo equilibrato’. E ci invita ad affrontare le situazioni settoriali, regionali e sociali che non riescono a trarre ‘sufficiente beneficio dalla generale espansione del sistema’. Soltanto in una fase di grande dinamismo – scriveva La Malfa – è possibile attuare ‘le necessarie modificazioni del meccanismo economico senza incontrare costi troppo elevati’. L’alternativa è quella che La Malfa chiamò successivamente il ‘non-governo’. Una definizione fulminante, per sottolineare l’incapacità di affrontare i problemi, di dare continuità alla modernizzazione del Paese”.

“La Malfa aprì al libero scambio, il coraggio dell’Italia stupì l’Europa”

“Nel dopoguerra, La Malfa è stato uno dei padri del miracolo economico. Ministro del Commercio Estero nel Governo De Gasperi, ha guidato la liberalizzazione degli scambi. Nel 1951, abbassò i dazi del 10% e aprì le frontiere al libero commercio, a fronte di accuse di voler distruggere l’economia italiana e di esporre l’industria alla concorrenza sregolata”.

“A motivarlo – ha sottolineato il premier riportato da Ansa – era la convinzione che fosse necessario stimolare l’economia del Paese con la concorrenza, soprattutto al Sud. Puntare – come ebbe modo di dire – sulla ‘capacità nazionale di andare sui mercati’, sull’iniziativa e sullo spirito imprenditoriale degli italiani. Con audacia e senza complessi di inferiorità. La storia gli ha dato ragione”.

Le esportazioni dall’Italia aumentarono rapidamente per tutti gli anni ’50 e il deficit commerciale in rapporto ai volumi totali di scambio diminuì. Grazie a La Malfa, l’Italia divenne un modello per l’Europa. Altri Paesi, come Francia e Inghilterra, rinunciarono poco dopo alle barriere doganali. L’Europa tutta si avviò verso un regime di liberalizzazione del commercio, che sarebbe culminato nel Trattato di Roma e nella Comunità economica europea”.

Queste scelte, dice ancora Draghi, valsero a La Malfa “l’ammirazione dell’Organizzazione per la cooperazione economica europea e della Germania. Ludwig Erhard, durante una visita in Italia, elogiò con un certo stupore il suo coraggio e la sua tenacia. Quell’Italia, aperta e coraggiosa, seppe sorprendere il ministro tedesco dell’economia sociale di mercato – e, con lui, l’Europa intera”.