Garante: “In Italia 54.876 i detenuti, basta carcere per pene sotto i due anni”

La relazione del Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma. Casellati: "Il sovraffollamento delle carceri è contro la dignità umana"

Carceri
Detenuto in carcere (immagine di repertorio)

Affollate, in condizioni inaccettabili per chi vi è ristretto e per chi vi lavora ogni giorno, inadeguate anche sul piano degli spazi per una esecuzione penale costituzionalmente orientata, le carceri sono sempre più piene di persone prive di mezzi. Lo segnala Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà nella sua relazione al Parlamento presentata alla presenza del capo dello Stato, Sergio Matatrella.

Sovraffollamento delle carceri

Dei 54.786 detenuti registrati (ma quelli effettivamente presenti sono 53793) e dei 38.897 che stanno scontando una sentenza definitiva “ben 1319 sono in carcere per esecuzione di una sentenza di condanna a meno di un anno e altre 2473 per una condanna da uno a due anni”.

Scontare in carcere pene così brevi in presenza delle quali il nostro ordinamento prevede forme alternative alla detenzione, spiega Palma, “è sintomo di una minorità sociale che si riflette anche nell’assenza di strumenti di comprensione di tali possibilità, di un sostegno legale effettivo, di una rete di supporto. Una presenza, questa, che parla di povertà in senso ampio e di altre assenze e che finisce col rendere meramente enunciativa la finalità costituzionale delle pene espressa in quella tendenza al reinserimento sociale: perché la complessa ‘macchina’ della detenzione – avverte il Garante riportato da Ansa – richiede tempi per conoscere la persona, per capirne i bisogni e per elaborare un programma di percorso rieducativo”.

I suicidi carceri

Il Garante richiama anche l’attenzione sui suicidi carceri ( 29 a oggi a cui si aggiungono 17 decessi per cause da accertare) e sulle gravi vicende sulle violenze nelle carceri che richiedono “capacità di accertamento rapido” e “rapida individuazione di responsabilità anche a tutela delle persone su cui pende una incriminazione così grave quale di tortura o quella altrettanto grave di favoreggiamento nei confronti di coloro che di tale reato sono imputati. I tempi non stanno andando in questa direzione” avverte il Garante che ha ritenuto “inaccettabile” nel caso di Torino il rinvio a giudizio nel luglio del 2023 per accertare quanto accaduto e le responsabilità.

Garante: “Testo Camera peggiora norme”

Il testo licenziato dalla Camera sull’ergastolo ostativo “è in tensione“, con le indicazioni date dalla Corte costituzionale e introduce “disposizioni decisamente peggiorative rispetto alla disciplina su cui essa è intervenuta”. E’ la critica del Garante critica alla riforma, che dovrà essere licenziata dal Senato prima dell’8 novembre, in base al nuovo termine che la Consulta ha dato alle Camere.

Casellati: “Il sovraffollamento delle carceri è contro la dignità umana”

“Il sovraffollamento, insieme ad una grave carenza di strutture, risorse e personale,- rappresenta uno dei principali ostacoli alla salvaguardia di diritti fondamentali della persona, come quello all’istruzione, al lavoro o alla sfera degli affetti”. Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati sulla Relazione del Garante per la tutela delle persone private della libertà.

“Diritti – specifica Casellati – che non sono solo guarentigie di una dignità umana che il carcere non può sopprimere, ma anche strumenti irrinunciabili per trasformare la pena in un’occasione di riscatto, recupero e rinascita sociale, come prescrive la Costituzione”.