Draghi: “L’Ue è la chiave per stabilità e sicurezza”. Michel: “Grazie Mario”

Mario Draghi ha risposto ai colleghi del Consiglio Europeo dopo la proiezione della clip di commiato e il giro di applausi

Bruxelles (Belgio) 24/06/2022 - Riunione dei Leader dell’Ue e dei Balcani occidentali Consiglio europeo Eurosummit / foto Ufficio Stampa Presidenza Consiglio Ministri/Image nella foto: Mario Draghi

“L’Ue è un concetto rilevante per tutti i nostri Paesi. Tutti guardano all’Ue come a una fonte di sicurezza, stabilità e pace: dobbiamo tenerlo a mente come stella polare per il futuro, soprattutto in tempi difficili come questi”. Lo ha detto Mario Draghi – stando a una fonte europea – rispondendo ai colleghi del Consiglio Europeo dopo la proiezione della clip di commiato e il giro di applausi.

Grazie per l’impegno profuso in questo lungo viaggio. Stamattina mi è stato ricordato che è iniziato 31 anni fa, quando ho accettato l’incarico di direttore generale del Tesoro e il mio primo compito è stato quello di occuparmi della bancarotta della Russia durante una riunione del G7. È stato un lungo viaggio e ho avuto il privilegio di essere ispirato, aiutato e sostenuto da tutti voi e dai vostri predecessori”. Ha aggiunto Draghi, a quanto si apprende, nel suo discorso di commiato al Consiglio Europeo.

Il saluto a Draghi

Draghi ha incontrato inoltre questa mattina il cancelliere tedesco Olaf Scholz per un bilaterale. I due leader, a quanto si apprende, hanno affrontato “rapidamente” il capitolo energia dopo l’accordo raggiunto nella notte al Consiglio europeo per poi passare ad altri temi. “Il rapporto tra Germania e Italia non si esaurisce col prezzo del gas”, nota una fonte diplomatica.

Un caloroso applauso rivolto a Draghi dai leader Ue ha aperto oggi la seconda giornata dei lavori del Consiglio europeo. “Grazie Mario. Ti auguriamo il meglio per il futuro. Whatever it takes”. Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel – pubblicando anche il videotributo trasmesso al Consiglio – citando la frase simbolo dell’ex presidente della BCE.