Cts invita a portare a 42 giorni il richiamo con Pfizer e Moderna

Secondo il Cts allungare i tempi non inficia la elevata copertura data dalla prima dose dei vaccini. Per immunizzare le isole si dovrebbe tenere conto del epidemiologico e della carenza presidi sanitari.

Un allungamento dei tempi tra la prima e la seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna per consentire la somministrazione a chi, se non non vaccinato, rischia di sviluppare il Covid in forma grave o addirittura letale. Lo ritiene “raccomandabile” il Comitato tecnico scientifico nel parere allegato all’ultima ordinanza del Ministero della Salute. Nelle intenzioni del governo ci sono già la volontà di terminare nel giro di due settimane la vaccinazione dei soggetti fragili e l’intenzione di rendere le isole minori Covid-free. Stando al bollettino del Ministero della Salute di questa mattina, l’Italia ha raggiunto quota 21,6 milioni di somministrazioni di vaccino anti-Covid e oltre sei milioni di italiani hanno ricevuto tutte e due le dosi. Intanto il sindaco di Lampedusa Totò Martello ha annunciato che da sabato prenderà il via l’immunizzazione dei cittadini delle isole siciliane di Lampedusa e Linosa.

L’estensione

Effettuare il richiamo con due i sieri a mRna  dopo 42 giorni. Il documento del Comitato, firmato dal direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza, riporta che, nonostante gli “studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (PfizerBioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose”. Spiega inoltre che “la somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria“, poiché “la prima somministrazione di entrambi i vaccini a Rna conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia Covid-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%)”. Quello che ha spinto il Comitato a dare questo parere è il fatto che “vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid-19”, ne consegue che è “opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile“. Gli esperti hanno espresso la loro valutazione anche sulla questione del richiamo con Astrazeneca per chi ha fatto la prima dose antecedentemente allo stop della somministrazione per gli under60. Nel documento scrivono che “sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi in sedi inusuali associate a piastrinopenia, riportate essersi verificate solamente dopo la prima dose del vaccino di Astrazeneca, i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi, non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino”. Concludendo che questa posizione potrebbe essere rivista “qualora dovessero emergere evidenze diverse” nelle prossima settimane “derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose”.

Le prossime tappe

Riporta Adnkronos che dalla Struttura Commissariale all’emergenza Covid del generale Francesco Paolo Figliuolo si apprende che la campagna vaccinale nelle isole minori dovrebbe ricevere il supporto della Protezione civile e si dovrebbe partire dalle isole che presentano più fragilità in termini di rischio epidemiologico e di carenza di adeguati presidi sanitari.

Il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha dichiarato, ospite del programma L’Intervista di Maria Latella su Sky Tg24: “Contiamo in due settimane di completare la vaccinazione delle categorie più fragili“. A riguardo dell’incontro con i sindaci delle isole minori che si è svolto a metà mattina, Gelmini ha affermato che “è stata anche l’occasione per ribadire il rispetto assoluto delle priorità vaccinali, categorie fragili e over 80” e che l’esecutivo ha previsto “regole ferree per la vaccinazione delle categorie più fragili. Nella stragrande maggioranza dei casi le stanno rispettando, chi decide di operare diversamente lo fa in maniera arbitraria“. Risale a pochi giorni fa la notizia che Procida sarebbe la prima isola Covid-free italiana, in quanto ha aderito alla vaccinazione il 90% dei circa 10mila abitanti.

Le 35 isole

“Il commissario Figliuolo ha dato la sua disponibilità per quanto riguarda la vaccinazione di massa sulle isole minori e credo che già dalla prossima settimana si possa fare qualcosa in tal senso”. Sono le dichiarazioni che Francesco Del Deo, sindaco di Forio d’Ischia e presidente di Associazione nazionale comuni isole minori (Ancim), ha rilasciato all’agenzia Adnkronos. Il primo cittadino ha inoltre riferito che “il commissario Figliuolo si è mostrato disponibile a inviare unità mobili dell’esercito in alcune isole per le operazioni di vaccinazione di massa”. L’elenco delle isole, che in totale ospitano 200mila persone, comprende Portovenere in Liguria, Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio e Rio in Toscana, Anacapri, Barano d’Ischia, Capri, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Armeno, Procida e Serrana Fontana in Campania, Ponza e Ventotene nel Lazio, isole Tremiti in Puglia, Favignana, Lampedusa e Linosa, Leni, Lipari, Malfa, Pantelleria, S.Marina Salina e Ustica in Sicilia, Calasetta, Carloforte, La Maddalena, Porto Torres (Asinara) e Sant’Antioco in Sardegna.

A Lampedusa si lavora per organizzare la vaccinazione di massa che dovrebbe iniziare sabato prossimo, per evitare assembramenti nell’unica struttura dove saranno somministrate le dosi, il Poliambulatorio. Il sindaco Martello ha dichiarato che la decisione sulle vaccinazioni nelle isole minori è “arrivata in ritardo. Noi l’avevamo chiesta al governo centrale un mese fa. Ricordo a tutti che Lampedusa è la frontiera d’Europa“.

Oltre sei milioni di immunizzati

I numeri dei vaccini anti-Covid nel bollettino del Ministero della Salute di questa mattina dicono che ne sono state somministrate 21.615.054 dosi, cioè l’87,2% delle 24,7 milioni finora consegnate. Oltre 15 milioni di persone hanno ricevuto una dose, mentre 6.522.822 sono state vaccinate con entrambe le dosi. Sono più le donne (12,2 milioni) che gli uomini (9,3 milioni). Le persone con più di ottanta anni che hanno fatto almeno una dose sono 6.387.653, mentre 3,6 milioni i soggetti fragili o i caregiver.  Per quanto riguarda i territori, la Lombardia ha somministrato 3,7 milioni di dosi, il 90,7% di quelle ricevute. Dopo vengono il Lazio, con 2.086.506 somministrazioni (l’85,4 per cento) e la Campania, 1.892.751 (l’87,3 per cento).