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Coronavirus, da Londra a Canberra: l’Inghilterra chiude, Australia a contagi zero

“Se non agiamo ora rischiamo di avere migliaia di morti al giorno”. Il premier britannico, Boris Johnson, non usa troppi giri di parole nel suo discorso alla Nazione. Quello in cui, dopo le chiusure mirate delle scorse settimane, annuncia il nuovo lockdown che interesserà il Regno Unito. L’Inghilterra per inciso, dal momento che i premier di Scozia e Galles le restrizioni totali le avevano già imposte, mentre Downing Street si era limitata per ora ad applicarle nei territori più problematici. La reticenza del leader Tory, a ogni modo, è stata piegata dal parere degli esperti, che hanno caldamente consigliato al premier di limitare la mobilità nel Paese prima che la curva dei contagi prendesse una piega incontrollabile. Dal 4 novembre al 2 dicembre, un mese per riportare l’andamento dei contagi su una percentuale gestibile.

Inghilterra in lockdown

Le restrizioni già imposte nelle scorse settimane, molte delle quali decise dopo la riunione del Comitato d’emergenza Cobra, verranno estese praticamente in tutti i settori. Chiusura dei negozi non essenziali (escluse farmacie e supermercati), di alberghi, ristoranti e pub, fatta eccezione per i servizi da asporto. Smartworking obbligatorio poi e uscite limitate alle sole necessità urgenti (visite mediche, spesa, ecc.). Una differenza rispetto al lockdown di marzo: le scuole resteranno aperte, così come in Francia. Misure che verranno votate in Parlamento dove, a ogni modo, non dovrebbero esserci ostacoli. Anche il Partito laburista, fresco della sospensione del suo ex leader Jeremy Corbyn, ha annunciato che voterà a favore del lockdown in Inghilterra.

Australia, quota zero

Dall’altra parte del Commonwealth, intanto, la situazione migliora di giorno in giorno. Dopo il successo delle misure adottate dalla Nuova Zelanda, anche l’Australia registra la sua prima giornata a contagi zero. Ad annunciarlo, il ministro della Salute Greg Hunt: “Grazie a tutti per il nostro fantastico sistema, agli operatori sanitari e soprattutto al popolo australiano”. Era dal 9 giugno scorso che il Paese non toccava quota zero nel numero dei contagi. Novità che arriva peraltro a meno di un mese dalla chiusura delle frontiere esterne, misura adottata dal governo Morrison per limitare i contagi d’importazione. Per quanto riguarda i casi attivi, ce ne sono al momento 200 sul territorio australiano. Dall’inizio della pandemia, 257 mila quelli registrati, con 907 decessi totali.

Damiano Mattana

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