Si è svolta a Roma, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede la prima edizione di “Rome Summit”, l’appuntamento promosso dai giovani imprenditori cattolici dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) per favorire un dialogo concreto e costruttivo che porti il magistero sociale della Chiesa al centro della vita economica del Paese, punta, con un focus sulle nuove generazioni, alla collaborazione fra imprese, Chiesa e istituzioni, formulando proposte concrete ai decisori pubblici e istituzionali.
“L’imprenditoria cattolica può dare un contributo importante, ma dobbiamo agire con concretezza” ha sottolineato il presidente del Movimento Giovani dell’Ucid, Benedetto Delle Site. “Il Rome Summit – ha detto – nasce per dare vita a un nuovo forum economico, un appuntamento periodico che abbia Roma come sede non solo territoriale ma soprattutto morale. Dai giovani non viene solo la protesta, ma arriva anche la proposta”. Attenzione al presente, ma anche al futuro. “Le proposte – ha aggiunto ancora Delle Site – mettono a terra la dottrina sociale della Chiesa e toccano i temi della nuova imprenditorialità, da promuovere e sostenere, della sostenibilità, delle nuove tecnologie e soprattutto la drammatica crisi demografica in atto, che ci preoccupa sia da cittadini, sia da imprenditori”.
In apertura dell’incontro c’è stato l’intervento del Segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin che ha offerto ai presenti una lectio sulla imprenditorialità alla luce del Vangelo, per dare una impronta diversa, un’economia inclusiva dove al centro ci sia la persona, la sua dignità, i suoi diritti, dove l’economia serva alla crescita di tutti e di tutte le categorie. Ha augurato ai giovani imprenditori a non lasciarsi colpire dall’oblio della responsabilità e dall’oblio dell’incontro. “L’imprenditore è una persona di buona volontà – ha detto il card. Parolin – con dei valori che gli permettono di affrontare rischi enormi contro tutto e contro tutti. Una persona con una visione del futuro capace di generare un benessere diffuso per la comunità d persone che lo circondano. La perdita di valori possono spingere l’imprenditore a risultati disastrosi per l’azienda e per il suo futuro. La dottrina sociale della Chiesa ci spinge a riflettere sulla figura dell’imprenditore e a promuovere le condizioni che lo aiutano a rimanere nel solco del bene comune. Siete chiamati a tutelare la professionalità e le condizioni in cui il lavoro si attua. La vostra via maestra sia la giustizia”.
Alle parole del Cardinale Segretario di Stato Parolin hanno fatto seguito gli interventi di 8 giovani imprenditori (7 uomini, 1 donna), tutti sotto i 40 anni di età. Erano infatti presenti: Confindustria con il presidente dei Giovani Imprenditori Riccardo Di Stefano, Ance con la presidente Angelica Donati, Confartigianato con il presidente Davide Peli, Confcooperative con il nuovo presidente Andrea Sangiorgi, Federmanager con il coordinatore Antonio Ieraci, Confagricoltura con il presidente Giovanni Gioia, Confapi con il presidente Eustachio Papapietro, Coldiretti con il delegato Giovani Impresa Enrico Parisi
“La sfida è quella della inclusione giovanile e femminile ma bisogna avere un percorso chiaro e un piano industriale certo per rendere fattibili le imprese e tranquille nell’investire per il futuro. Bisogna avere molto coraggio mettendoci la testa e il cuore, anche a costo di qualche rischio. Aiutateci a scommettere sul nostro futuro”.
“Il ruolo dell’imprenditore è legato a quello della comunità e della sostenibilità dell’ambiente in cui opera. Servono nuove pratiche e incentivi. Non dobbiamo dimenticare che pur in anni di crisi come la pandemia o i conflitti bellici, le nostre imprese reggono e continuano a essere competitive”.
“Una opportunità per dimostrare quali possono essere le proposte sul mercato del lavoro. Abbiamo il dovere di impegnarci e metterci in gioco per costruire un futuro sostenibile per il paese e che renda i giovani protagonisti e responsabili”.
A conclusione dell’incontro l’intervento dell’on.le Antonio Tajani, Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che si è soffermato sul rapporto tra famiglia e impresa. “Se la famiglia è poco numerosa – ha detto – calano i consumi e cala anche il lavoro”. Tajani ha confermato la necessità di politiche di inclusione che permettano a una donna di lavorare e crescere i propri figli, senza essere costretta a scegliere tra famiglia e lavoro. “Le donne – ha aggiunto il Vicepremier – sono inoltre più produttive degli uomini e sono un valore aggiunto per l’azienda e l’imprenditorialità”. Tajani ha poi posto l’attenzione sul concetto di libertà che diventa il centro di tutto. “Lo Stato – ha concluso – deve tutelare questa libertà. Il lavoro è libertà e dignità”.
San Dionigi e Compagni, martiri Italia, ?-Parigi, 250 ca. Le notizie sulla sua vita provengono…
La pratica dello sport come emblema della rinascita post-cancro. Si è svolta la quinta edizione…
La vicinanza e il supporto del Papa alla Chiesa mediorientale. Francesco definisce i cristiani che…
In Italia, allo stato attuale, per quanto riguarda le pensioni, permangono due problematiche rilevanti. La…
"In Sud Sudan, più precisamente a Juba, abbiamo inaugurato il primo ed unico reparto oculistico…
Viviamo in un momento di maggiore consapevolezza circa l’importanza del ruolo delle lobby nei processi…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni