Un centinaio di soldati uccisi negli scontri tra Armenia e Azerbaigian

È la prima ripresa delle ostilità dal 9 novembre del 2020, quando i due Paesi siglarono una tregua con la mediazione della Russia

perdono

L’Armenia e l’Azerbaigian hanno riportato quasi 100 morti tra le truppe nei peggiori scontri da quando, nel 2020, si è riaccesa la guerra per la regione contesa del Nagorno-Karabakh. Il ministero della Difesa di Baku ha dichiarato che “50 militari azeri sono morti a causa della provocazione su larga scala dell’Armenia“, mentre l’Armenia ha riferito in precedenza la morte di almeno 49 dei suoi soldati.

I colloqui con Putin, Macron, Blinken

Nelle scorse ore, il primo ministro armeno ha tenuto colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, il suo omologo francese Emmanuel Macron e il segretario di Stato statunitense Antony Blinken per chiedere loro di reagire all'”aggressione” dell’Azerbaigian. Lo ha reso noto il governo armeno riportato da Ansa.

Nei colloqui separati, Pashinian ha aggiunto di sperare in “una risposta appropriata da parte della comunità internazionale”, alla luce degli scontri in corso al confine tra Armenia e Azerbaigian.

Il riaccendersi delle tensioni

Nella notte tra lunedì e martedì sono iniziati nuovi scontri armati nel Nagorno-Karabakh, un territorio nel sud del Caucaso conteso da decenni da Armenia e Azerbaijan.

È la prima ripresa delle ostilità dal 9 novembre del 2020, quando i due Paesi siglarono una tregua con la mediazione della Russia, dopo una guerra di sei settimane vinta dall’Azerbaijan e al termine della quale l’Armenia fu costretta a fare pesanti concessioni territoriali. “una tregua dolorosa”, la definì il primo ministro armeno, ma dettata dalla volontà di porre fine ai combattimenti. Poco dopo l’annuncio, una folla inferocita invase la sede del governo armeno a Erevan, saccheggiando e vandalizzando gli uffici.

Lunedì la ripresa delle ostilità dopo una tregua mal digerita. Gli scontri sono avvenuti lungo il confine tra Armenia e Azerbaijan e i due paesi si accusano a vicenda.

Il ministero della Difesa azero ha diffuso un comunicato in cui dice che l’esercito armeno ha bombardato diverse posizioni e rifugi nel Nagorno-Karabakh, ammettendo di aver subìto delle perdite e che alcune sue infrastrutture militari sono state fortemente danneggiate. L’Armenia rispedisce le accuse al mittente, specificando di aver perso 49 soldati.

Mosca a Baku-Yerevan: “Evitare ulteriore escalation”

Oggi, intanto, il ministero degli Esteri russo ha esortato i governi di Armenia e Azerbaigian a evitare un’ulteriore escalation del conflitto: lo ha reso noto lo stesso ministero in un comunicato, riporta la Tass.

“Esortiamo le parti ad astenersi dall’inasprire ulteriormente la situazione, a dare prova di moderazione e a rispettare un cessate il fuoco in conformità con le dichiarazioni trilaterali dei leader di Russia, Azerbaigian e Armenia del 9 novembre 2020, dell’11 gennaio 2021 e del 26 novembre 2021″, ha affermato il ministero.

Eurocamera: “Mosca non riesce a garantire la pace”

“La Russia ha voluto essere l’unico garante della pace in Karabakh e adesso non sa come farla rispettare. Mosca ha dato l’esempio a Baku che solo la forza conta nelle relazioni tra le nazioni”. Lo scrive suTwitter la presidente della commissione difesa del Parlamento europeo, l’eurodeputata francese di Renew Europe, Nathalie Loiseau.