Bankitalia: migliorano le stime del Pil ma l’inflazione frenerà i consumi

La Banca d'Italia migliora ancora la stima per il pil del 2022 che sarebbe salito del 3,9% mentre, per il 2023, l'economia frenerà a +0,6%

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La Banca d’Italia migliora ancora la stima per il pil del 2022 che sarebbe salito del 3,9% mentre, per il 2023, l’economia frenerà a +0,6%, qualche punto in più comunque del +0,4% previsto a dicembre e del +0,3% di ottobre.

E’ quanto previsto dallo scenario base del bollettino economico dell’istituto centrale secondo cui invece, nel 2024, la stima è “corretta leggermente al ribasso (+1,2%) a causa di un incremento più contenuto dei consumi”. In caso di scenario avverso con l’arresto delle forniture di energia dalla Russia, il Pil si ridurrebbe di quasi l’1 per cento sia nel 2023 sia nel 2024 e crescerebbe moderatamente nel 2024.

Bankitalia:migliora stima Pil: nel 2022 +3,9%, nel 2023 a +0,6

Le proiezioni, avvisa la Banca d’Italia, “continuano a essere soggette a un’incertezza eccezionalmente elevata, associata all’andamento dei prezzi e della disponibilità di materie prime (su cui incidono in particolare i possibili sviluppi del conflitto in Ucraina), all’evoluzione del commercio internazionale, nonché alle ripercussioni della fase di restrizione monetaria a livello globale”. Nel complesso i rischi per la crescita sono orientati prevalentemente al ribasso. La banca centrale sottolinea poi che, “secondo le nostre stime, in Italia l’attività si è indebolita nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Vi avrebbero contribuito sia l’attenuazione del recupero del valore aggiunto dei servizi, ritornato sui valori pre-pandemici già nei mesi estivi, sia la flessione della produzione industriale”. “La spesa delle famiglie avrebbe rallentato, nonostante i provvedimenti di sostegno al reddito disponibile in un contesto di elevata inflazione”, conclude l’istituto centrale.

Bankitalia: inflazione frenerà consumi famiglie nel 2023

Il caro prezzi nel 2023 frenerà i consumi delle famiglie che lo scorso anno erano volati anche per il ritorno alle abitudini di spesa precedenti la pandemia. Come si legge nel bollettino economico della Banca d’Italia, i consumi saliranno dell’1,5%, dopo il +4,6% dello scorso anno, “principalmente a seguito dell’effetto di trascinamento determinato dalla forte espansione dell’anno precedente”. Nel biennio 2024-25 “rallenterebbero poco al di sotto dell’1%. Il tasso di risparmio, diminuito al 7,1 per cento nel terzo trimestre del 2022, scenderebbe ancora nell’anno in corso, per recuperare solo parzialmente nel biennio successivo.

Bankitalia: conferma le stime, l’inflazione 2023 giù al 6,5%

Banca d’Italia conferma le stime di inflazione per il 2023 che rallenterà, dal 9% di quest’anno, al 6,5% mentre nel 2024 rivede al rialzo le previsioni di tre decimi al 2,3%. el 2025 la frenata sarà più forte, al 2%. Nei mesi autunnali dello scorso anno, sottolinea l’istituto centrale, “l’inflazione ha raggiunto nuovi massimi, sospinta dalla componente energetica che si sta ancora trasmettendo ai prezzi degli altri beni e dei servizi e sta determinando un moderato rafforzamento dell’inflazione di fondo”. La dinamica dei prezzi al consumo ha continuato a essere mitigata dai provvedimenti in materia energetica. Per Bankitalia “emergono i primi segnali di un allentamento delle pressioni inflazionistiche nelle attese di famiglie e imprese”.

Bankitalia: inflazione spinta per oltre due terzi da energia

Il caro energia è responsabile per oltre due terzi dell’inflazione in Italia. Secondo stime della Banca d’Italia, considerando sia gli effetti diretti sia quelli indiretti, nel quarto trimestre poco più del 70% dell’inflazione complessiva era riconducibile all’energia”. “I rialzi dell’energia – si legge – hanno inciso in modo marcato sull’indice generale dei prezzi”. Per la banca la “reattività dei prezzi dei beni industriali non energetici e dei servizi è statisticamente significativa, ma quantitativamente modesta; i prezzi dei beni alimentari mostrano invece una sensibilità più elevata, oltre ad essere tipicamente più volatili”.

Bankitalia: aumento salari contenuto, crescita sarà moderata

La dinamica salariale in Italia resta contenuta e per il 2023 “accelererebbe moderatamente, in parte mitigata dal protrarsi dei processi negoziali in alcuni settori dei servizi privati, dove la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è ancora elevata (circa il 67% in novembre)”. Lo si legge nel bollettino economico della Banca d’Italia secondo cui “in estate la crescita delle retribuzioni orarie di fatto nel complesso dell’economia è stata pari all’1,8% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno prima, 1,5 punti in meno rispetto al secondo trimestre”.

Gli accordi siglati nella seconda metà del 2022 nei settori dell’elettricità, di gas e acqua e delle assicurazioni hanno determinato in media aumenti compresi tra il 2 e il 3 per cento l’anno, sostanzialmente in linea con l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo al netto dei beni energetici importati previsto dall’Istat. Nel commercio, ricorda l’istituto centrale, è stato siglato in dicembre un accordo ponte, che prevede l’erogazione di un pagamento una tantum e un lieve incremento delle retribuzioni a partire dal prossimo aprile, in attesa del rinnovo definitivo.

Fonte: Ansa