Impianti siderurgici di Taranto, ArcelorMittal fa dietrofront

Sindacati: "Richiamiamo ancora una volta ArcelorMittal al rispetto degli accordi siglati e alla salvaguardia dei lavoratori e degli impianti"

Italia
Operaio in uno stabilimento ArcelorMittal (immagine di repertorio)

Dietrofront per ArcelorMittal colosso industriale mondiale operante nel settore dell’acciaio, nato dalla fusione di due tra le più grandi aziende del settore nel 2006. Il quartier generale si trova nella capitale del Lussemburgo.

Il dietrofront a Taranto

L’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali la ripartenza di alcuni impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto, facendo un passo indietro rispetto alle anticipazioni di ieri alle Rsu e al comunicato di oggi che ufficializzava una “riduzione dei suoi livelli di produzione ed un rallentamento temporaneo dei piani di investimento” fino a quando Invitalia non verserà i 400 milioni pattuiti nell’accordo di partnership del 10 dicembre scorso. Lo comunicano le stesse organizzazioni sindacali.

Tre altoforni a pieno regime

Il nuovo assetto di marcia, con i tre altoforni a pieno regime, di fatto modifica le direttive precedentemente comunicate. La ripartenza del Tna/2 (Treno nastri) è prevista nella giornata di oggi e nelle prossime ore sarà richiamato anche il personale per consentire le operazioni di riavvio dell’Acciaieria 1.

I reparti Pla/2 (Produzione Lamiere) e Tubificio Erw “sono attualmente fermi – spiegano i sindacati – e sarà valutata dall’azienda, nei prossimi giorni, la possibile ripartenza”.

I commenti dei sindacati

Le Rsu Fim e Fiom hanno chiesto un incontro di dettaglio per conoscere i futuri assetti di marcia. In merito ai lavoratori delle manutenzioni centrali, “l’azienda – precisano le organizzazioni sindacali – ha ripristinato il numero della forza lavoro prima della variazione avvenuta nella giornata di venerdì sera”.

Per quanto riguarda l’appalto, al momento “riprendono solo alcune attività. Lunedì – concludono Fim e Fiom – chiederemo all’azienda un focus per obbligarla a rispettare gli impegni assunti con l’appalto e l’attuazione del piano ambientale”.

La Uilm sostiene che “l’azienda ritratta le disposizioni” e che la ripartenza degli impianti avrà come conseguenza “la riduzione del numero di persone in cassa integrazione delle officine e dei magazzini. L’attività produttiva dello stabilimento può dunque proseguire regolarmente”.

“Attendiamo – osserva invece la segreteria territoriale di Ugl Metalmeccanici – l’evolvere della situazione, richiamando ancora una volta l’azienda al rispetto degli accordi siglati ed alla salvaguardia dei lavoratori e degli impianti”.