Anno giudiziario, Bonafede: “In pandemia la Giustizia non si è mai fermata”

Si è svolta oggi la cerimonia per l'apertura dell'anno giudiziario 2021. Curzio: "Riformare subito la giustizia". Masi: "rischio paralisi"

E’ iniziata oggi, in Cassa29 gennaio, alle 11:00 la cerimonia per l’apertura dell’anno giudiziario 2021. Presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier dimissionario Giuseppe Conte, oltre alle alte cariche dello Stato – la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico – e del Guardasigilli Alfonso Bonafede. L’evento è durato solo un’ora con un rigidissimo protocollo anti Covid. Solo 32 gli ospiti presenti, tutti sottoposti a tampone come del resto tutto il personale della Corte presente, a fronte dei 350 dello scorso anno.

Curzio: “Riformare subito la giustizia”

Il Primo residente della Cassazione Pietro Curzio ha aperto la cerimonia con il suo intervento nel quale ha citato Mario Draghi e le parole dell’ex governatore della Bce a proposito del peso del debito del Recovery Fund sulle spalle dei giovani.

Curzio esorta a riformare subito la giustizia per dare “idonee garanzie di conseguire gli obiettivi fissati” e “ottenere dall’Europa i relativi finanziamenti“. Una relazione ‘alta’ quella del Primo presidente Curzio che – spiega Ansa – richiama ai valori fondanti della Ue – la Carta dei diritti di Nizza del 2000 – per superare la crisi generata dal Covid e il “disincanto nei confronti delle istituzioni europee” dopo l’emersione “di egoismi nazionali”, dopo la Brexit e situazioni di “democrazia sospesa”. Per Curzio esistono comunque un “sentire e una cultura comune, definitivamente europei” frutto anche del dialogo e della cooperazione tra le magistrature comunitarie e “in questi mesi difficili l’Europa sembra ritrovare il senso del suo progetto, il filo di un impegno condiviso”.

Masi: “rischio paralisi della giustizia”

“È evidente quanto e come la giustizia stia pagando il prezzo di approcci semplicistici finalizzati al rimedio e mai alla soluzione; della mancata visione d’insieme, necessaria e funzionale a qualsiasi proposta di riforma; del mancato o comunque non adeguato investimento in risorse umane, strutturali e infrastrutturali, il cui rafforzamento, al contrario, è passaggio necessario a garantire l’effettività della tutela giurisdizionale”.

E’ un intervento molto critico quello della presidente del Consiglio nazionale forense (CNF) Marina Masi alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. A cominciare dalla gestione della pandemia nel settore giudiziario, con il “rischio di una paralisi” della giustizia “che ha fortemente inciso sull’irrinunciabile aspettativa di tutela dei cittadini” e provvedimenti che non hanno considerato “in adeguata misura, la necessità per gli avvocati di accedere, in sicurezza, agli uffici giudiziari”.

Una situazione che ha fatto aumentare la “sfiducia” dei cittadini. Masi ha riaffermato la preoccupazione dell’avvocatura “nel constatare che i progetti di riforma del processo civile e del processo penale sono orientati a spostare il baricentro delle garanzie proprie del giusto processo, in un’ottica non condivisibile di mero efficientismo”. Un approccio analogo, a suo avviso, a quello del Piano nazionale di ripresa predisposto dal governo

Bonafede esprime “Profonda gratitudine”

“Voglio esprimere la mia profonda gratitudine ai magistrati togati e onorari, avvocati, personale amministrativo, polizia penitenziaria che, con spirito di sacrificio, competenza e abnegazione, hanno permesso che la giustizia non si fermasse nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede all’inaugurazione dell’anno giudiziario, parlando dell’emergenza Covid. Di fronte alla pandemia “le istituzioni italiane – ha aggiunto- hanno reagito con compattezza avendo come punto di riferimento il Presidente Sergio Mattarella a cui rivolgo il mio più sentito ringraziamento”.

Salvi: “Italia tra Paesi con minor tasso di omicidi”

“L’Italia è uno dei paesi al mondo con il minor tasso di omicidi” ha sottolineato il Pg della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione in Cassazione, evidenziando il lavoro delle forze dell’ordine e dei magistrati. “Calano anche gli omicidi delle donne ma i femminicidi sono diventati più numerosi” nel contesto del generale calo del più grave dei delitti, ha aggiunto il Pg evidenziando la preoccupazione per la violenza di genere.