A Pompei la supplica anti-epidemia alla “più tenera tra le madri”

Invocazione a Maria per la fine dell'emergenza sanitaria in rispetto all'esortazione di papa Francesco a favore della solodarietà e della vicinanza spirituale ai sofferenti e a chi combatte il coronavirus

Si alza da Pompei un forte invito a pregare insieme, pur restando ognuno nella sua casa, recitando la Supplica alla Madonna del Rosario, composta dal fondatore di Pompei, il Beato Bartolo Longo, nel 1883. Per i milioni di devoti alla Madonna di Pompei, sparsi in tutto il mondo, la supplica è la preghiera simbolo e guida della devozione alla Madre celeste. Nonostante siano trascorsi 140 anni, sembra scritta proprio per i giorni difficili e pieni di preoccupazione per il futuro che tutta l’umanità sta vivendo. Inoltre, ogni sera alle 19,30 i balconi d’Italia si illuminano di fede e devozione mariana attraverso la preghiera dell’Ave Maria su iniziativa di don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha così accolto la proposta spontanea di tanti fedeli che gli chiedevano di dedicare un momento unitario della giornata alla preghiera. Spiega Don Buonaiuto: “Belli i flash mob canori dai balconi, però abbiamo sentito l’esigenza spirituale di proporre la recita un’Ave Maria (ogni sera alle 19.30, con una luce in mano) per chi sta piangendo i propri morti, per quanti combattono, spesso a mani nude, contro un mostro invisibile e per coloro che cercano un significato alla loro esistenza ora che l’incolumità è in pericolo“.

Foto © Vatican Media

Ogni giorno, alle ore 12, sulla pagina social ufficiale “Pontificio Santuario di Pompei” verrà proposta la famosa preghiera, recitata dall’arcivescovo della città mariana, monsignorTommaso Caputo. Alla stessa ora, contemporaneamente alla condivisone online del video della supplica, dagli altoparlanti del santuario, che raggiungono non solo la piazza, ma anche le strade limitrofe, sarà diffuso l’audio della preghiera, con la voce di monsignor Caputo. Tutti i pompeiani sono invitati ad unirsi, pur restando ognuno nella propria casa, alla recita della preghiera per strappare “le sospirate grazie” alla più “tenera fra le madri”.

Il santuario di Pompei si unisce così a papa Francesco e alla Chiesa tutta, che, in modalità diverse, pregano per la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorando la guarigione per i tanti malati, ricordando le tante vittime di questi giorni, e chiedendo consolazione e conforto per i loro familiari e amici. La preghiera è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società.