SEVIZIATE E TORTURATE… COSÌ MUOIONO LE PROSTITUTE

Santina Rizzo è stata assassinata nella sua abitazione, dove si prostituiva, prima strangolata e poi seviziata brutalmente con un paio di forbici; nell’ucciderla il serial killer ha infierito sulla gola e sulle parti intime. Maria Ambra invece si “vendeva” in una baracca: alla donna è stata schiacciata la cassa toracica e in seguito l’assassino le ha infilato in bocca un piede della rete del letto. Sono morte così due “invisibili”, due persone che sopravvivevano a stento, e la cui condizione di meretricio era strettamente legata all’indigenza costante. Donne che hanno vissuto da emarginate, e così sono morte, in un modo orribile.

Due storie che allungano la serie delle violenze indicibili alle quali sono sottoposte le schiave del sesso: costrette dagli aguzzini, o dalle condizioni di indigenza, a usare il proprio corpo. “Nessuna donna nasce prostituta”, diceva don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, e questi delitti spiegano bene il senso di quelle parole.

Altro che opzione libera: ma chi vorrebbe vivere la propria esistenza seminuda, di notte, a rischio di incontrare clienti bavosi se non addirittura maniaci assassini? La storia di Santina e Maria Ambra è uno schiaffo a tutti coloro che semplicisticamente liquidano come “scelta consapevole” la via della prostituzione. Senza sapere delle torture e degli inganni messi in atto dalla criminalità, dalla paura e dallo schifo costrette a subire quelle poche che non sono sotto il giogo dei trafficanti di donne.

Unica consolazione per le due povere vittime: il loro aguzzino è stato arrestato. Si tratta di un tappezziere, incensurato, separato dalla moglie. Un uomo cosiddetto “normale”, che ai carabinieri ha raccontato una storia assurda: il 52enne, durante l’interrogatorio svolto nella giornata di ieri alla presenza del pm e del difensore, ha detto di non ricordare in nessuno dei due casi il momento dell’omicidio, sostenendo di essersi addormentato dopo aver consumato il rapporto sessuale con entrambe le donne e di essersi reso conto, una volta svegliatosi, dei delitti.

L’uomo è stato individuato dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore dall’esame dei dati relativi al traffico telefonico rilevato nel posto in cui è avvenuto l’omicidio di Maria Ambra e dei tabulati di Santina Rizzo. Inoltre, è stata documentata la presenza dell’indagato nei luoghi di entrambi i delitti, attraverso la comparazione del suo profilo genetico con quelli estrapolati dalle tracce biologiche repertate in occasione degli omicidi delle prostitute.

Infine, nel corso di una perquisizione domiciliare, sono state trovate un paio di scarpe compatibili con un’impronta repertata in occasione dell’ultimo omicidio e alcune corde per usi di tappezzeria verosimilmente utilizzate per strangolare la vittima. Le due donne – Santina Rizzo, 63 anni, e Maria Ambra di 74 – furono ammazzate rispettivamente il 13 febbraio 2010 e il 30 maggio dello scorso anno. Ora la svolta nelle indagini, che almeno fa giustizia dello scempio di quei due corpi. Ma resta l’abominio di coloro che guardando queste donne sul ciglio delle strade o nelle stamberghe dove si vendono pensano che, in fondo, se la sono cercata. E l’orrore di chi contribuisce a questo terribile e squallido commercio incrementando la domanda: i clienti, responsabili tanto quanto gli aguzzini.