Dopo 62 anni in Sud Corea tradire il coniuge non è più reato

Fino ad oggi chi tradiva il proprio consorte in Corea del Sud rischiava fino a due anni di carcere, in quanto l’adulterio era considerato illegale. Ora la Corte costituzionale del Paese ha abolito il reato evidenziando che tale legge, istituita 62 anni fa per vietare le relazioni extraconiugali, lede il principio di libertà personale. “Anche se l’adulterio va condannato come immorale, il potere pubblico non può intervenire nella famiglia, è incostituzionale”, ha spiegato il presidente della Corte Park han-Chul.

Si tratta della quinta volta che la Corte viene chiamata ad esprimersi sulla legalità del testo di legge, che fino ad oggi faceva della Corea del Sud l’unico Paese non musulmano a punire penalmente l’adulterio. Negli ultimi sei anni oltre 5.500 persone sono state incriminate di adulterio, 900 solo nel 2014. “La percezione dei diritti individuali in materia di vita sessuale è cambiata”, ha commentato il giudice Park. Infatti le incriminazioni sono in calo e le condanne in carcere sempre più rare: nel 2014 sono 216 le persone che sono finite in prigione per il reato, 42 nel 2008. Da allora solo in 22 sono stati arrestati.

La legge era nata con lo scopo di proteggere i diritti delle donne in un determinato periodo storico in cui il matrimonio non le garantiva. Spesso non avevano nessun tipo di reddito per poter vivere e il divorzio era estremamente malvisto. “L’adulterio va censurato moralmente e socialmente, ma una tale legge è inadeguata in una società moderna”, ha spiegato Ko Seon-Ju, membro di un’associazione per la tutela della famiglia. Oltre al consenso popolare, la decisione presa dai giudici della Corte Costituzionale ha avuto risvolti positivi anche su alcune aziende quotate in borsa. Ad esempio la Unidos Corp, uno dei più grandi produttori al mondo di preservativi, ha visto le sue azioni guadagnare il 15% alla borsa di Seul.