Le riflessioni profetiche di Paolo VI alla Cattolica di Milano

Arte

Il 10 marzo prossimo, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (aula Pio XI), si svolgerà il convegno internazionale sul tema “Questione sociale, questione mondiale. La permanente attualità del magistero di Paolo VI”. L’obiettivo è quello di “entrare nel dibattito” sulle “interpretazioni e le prospettive della globalizzazione, utilizzando come chiave di lettura le profetiche riflessioni sviluppate da Paolo VI circa la dimensione planetaria delle interdipendenze economiche e del problema dello sviluppo”. La giornata si aprirà alle 9.30 con i saluti del Rettore Franco Anelli e di monsignor Claudio Giuliodori (Assistente ecclesiastico generale) e dall’introduzione del professor Evandro Botto (direttore del Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa).

Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, fu Papa della Chiesa cattolica dal 1963 fino alla sua morte nel 1978. Beatificato il 19 ottobre 2014 da Papa Francesco, Paolo VI ha ricoperto un ruolo delicato quanto fondamentale, in un’epoca di transizione e di fortissime persecuzioni: l’instabilità e le tensioni internazionali, l’onda ditruttiva dell’ideologia sessantottina e un mondo in via di inesorabile secolarizzazione. Fu investito di una straordinaria autorità profetica e soprattutto portò a compimento il Concilio Vaticano II, aperto dal suo predecessore, punto di svolta per la salvaguardia della cattolicità della Chiesa. Il 29 giugno 1978, in un bilancio a pochi giorni dalla sua morte, raccontò che la sua azione pontificale aveva tenuto saldamente il punto sui temi della “tutela della fede” e della “difesa della vita umana”.

Ma soprattutto nel 1968, mentre in mezza Europa imperversavano le correnti laiciste, con l’enciclica Humanae Vitae (avvalendosi dell’ausilio di una Commissione di studio istituita in precedenza da papa Giovanni XXIII che egli ampliò), segnò una traccia indelebile e lasciò in eredità a tutta la Chiesa una perla preziosa: sessualità, amore, relazione trattati con lucida e ferma tenerezza, ribadendo quello che la Chiesa da sempre propone all’uomo di tutti i tempi e luoghi per realizzarsi pienamente. Papa Montini stesso dichiarò di non aver mai sentito così pesanti gli oneri del suo alto ufficio e fu bersaglio di critiche e calunnie esasperate; nella campagna mediatica diffamatoria qualcuno arrivò a sostenere l’omosessualità del beato di origini bresciane.

Tra i relatori del 10 marzo, ci saranno tra gli altri monsignor Roland Minnerath, arcivescovo di Digione, membro della Pontificia Accademia delle scienze sociali che illustrerà «La novità del magistero sociale di Paolo VI e la sua risonanza nei Pontefici successivi» e Simona Beretta, docente di politiche economiche internazionali sui «Cinquant’anni di politiche per lo sviluppo alla luce della Populorum progressio». Eniclica quest’ultima scritta nel 1967 sullo sviluppo dei popoli che “non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. […] Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione.”

Poi ancora interverrà Paolo Carozza, direttore Kellogg Institute for International Studies, e avrà luogo una tavola rotonda su «Come il magistero di Paolo VI interroga e provoca l’esperienza attuale di studio, ricerca, azione nella nostra Università». Interverranno la professoressa Cristina Castelli (Dipartimento di Psicologia), il professor Roberto Cauda (direttore del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale), il dottor Frank Cinque (ALTIS), il professor Lorenzo Ornaghi (ASERI), la professoressa Claudia Rotondi (Economia dello sviluppo) e il professor Erminio Trevisi (Fisiologia animale). Al termine della mattinata, verrà inaugurata la mostra “Montini Paolo VI. Cultura Arte Annuncio”.