Australia: aumentano suicidi tra aborigeni

Uno studio ha rivelato l’aumento del tasso di suicidio, autolesionismo e incarcerazione nella popolazione aborigena australiana. Le percentuali sono preoccupanti e si è verificato un incremento soprattutto negli ultimi anni, malgrado gli sforzi del governo per ridurre il gap col resto della popolazione. In Australia convivono circa 500 diversi popoli aborigeni, ciascuno dei quali presenta la propria identità linguistica e territoriale. La loro terra dalla fine del diciottesimo secolo è stata completamente invasa con conseguenze importanti tra gli autoctoni. Il principio giuridico che regolava la questione indigena nelle legislazione inglese e, anche in quella australiana, era quello della “terra nullius”, secondo cui prima dell’arrivo dei Britannici l’Australia risultava una terra vuota, rendendo  legittima l’occupazione dei coloni. Il principio è rimasto legalmente in vigore fino al 1992 e, oggi, gli aborigeni stanno ancora aspettando la restituzione della maggior parte delle loro terre.

Questa urbanizzazione forzata è, all’interno degli studi, uno degli elementi fondamentali che accomapagna il tema dei suicidi tra queste popolazioni. Alcuni di loro sono riusciti a integrarsi nelle nuove città, ma la maggior parte fatica ad entrare in relazione con il nuovo sistema sociale. Anche se la minoranza aborigena conta solo il 3% su 23,6 milioni di abitanti, i dati circa il tasso del suicidio rimangono preoccupanti e rivelano l’urgenza di un intervento specifico che promuovi i diritti dei popoli indigeni.