La nuova Strategia del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Il 7 luglio è stato presentato alle autorità (tra le quali la Ministra Elena Bonetti) il 12° Rapporto sul monitoraggio della CRC in Italia. Un’opportunità per fare un quadro della situazione dei minori in Italia in un momento particolare dopo la pandemia e visto quanto sta accadendo in Ucraina. Ma anche dato che, nel 2022, sono state approvate la Strategia dell’Unione europea sui diritti dei minorenni 2021-2024 e la Garanzia Europea per l’Infanzia, è stata lanciata la nuova Strategia del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2022-2027) e, a livello nazionale, è terminato l’iter per l’adozione del 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva (c.d. Piano Infanzia).

Il Rapporto (al quale hanno contribuito oltre 100 Associazioni del Gruppo CRC tra le quali il Kiwanis Distretto Italia San Marino) è una fotografia del contesto in cui vivono i minori in Italia.

A cominciare dai dati demografici: nel 2021, la percentuale di minori è scesa dell’1,3% rispetto al 2020 (quasi il 31% rispetto al 2008). Altro tema delicato l’ambiente: in Italia l’inquinamento è ormai il primo fattore di rischio e l’81.9% della popolazione vive in zone con inquinamento superiore ai valori considerati sicuri. E poi la povertà minorile: secondo i dati pubblicati da ISTAT 2021, i minorenni in condizioni di povertà assoluta sono 1.382.000, pari al 14,2% con un incremento di 10 punti percentuali in poco più di 10 anni. Molti di più i minori in povertà relativa. Da segnalare anche il problema delle violenze e dei maltrattamenti di cui sono vittime (direttamente o indirettamente) i minori. Un dato che, come altri, mostra una notevole disomogeneità a livello territoriale.

Tra le criticità segnalate la mancanza di dati ufficiali aggiornati sui minorenni fuori dalla famiglia: gli ultimi dati ufficiali sono relativi al 2019 (27.608 i minorenni fuori famiglia, pari al 2,9 per mille dei minori italiani). Dati che mostrano disomogeneità e incompletezza tra le regioni. Una carenza di dati (quantitativi e qualitativi) che riguarda anche le persone di minore età con disabilità (in particolare nella fascia 0-5, già oggetto di raccomandazione da parte del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia nel 2019).

Tra i temi affrontati, non poteva mancare l’educazione. Sia in termini di learning loss a causa della pandemia che in termini di infrastrutture scolastiche. Da sottolineare (in considerazione dell’aumento rilevante degli arrivi di MSNA provenienti dall’Ucraina) anche non aver ultimato l’iter per la riforma della Legge 91/92 (acquisizione della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera).

Altro tema delicato, il dilagante disagio adolescenziale con manifestazioni psicopatologiche e psichiatriche acute. Eppure, solo un terzo dei circa 2 milioni di minori con disturbi neuropsichiatrici beneficia di servizi territoriali di neuropsichiatria (e solo la metà di questi ottengono risposte terapeutico-riabilitative appropriate). Ancora una volta emerge la mancanza di un sistema informativo nazionale per la salute mentale dei minori. Mancano le strutture semi-residenziali terapeutiche e nei servizi territoriali spesso non sono previste e adeguatamente presenti tutte le figure multidisciplinari necessarie.

Un quadro delicato e un momento storico, come ha dichiarato la delegazione del Gruppo CRC, che mette in risalto le difficoltà dei minori più vulnerabili che avrebbero bisogno di politiche dell’infanzia e dell’adolescenza più efficaci.