Scoppio e incendio alla ArcelorMittal di Taranto: “Operai salvi pe miracolo”

Usb: "Sicurezza impiantistica compromessa". La replica dell'azienda: "In totale sicurezza è stato gestito e controllato quanto è avvenuto"

Un incendio è divampato nella colata continua 2 di Acciaieria 2 dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto senza provocare feriti tra gli operai presenti sulla linea. L’incidente è accaduto questa mattina, intorno alle 7.30. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.

La replica di ArcelorMittal alle accuse del sindacato

Secondo il sindacato Usb, che parla di “tragedia sfiorata”, l’incendio è stato preceduto da un’esplosione. Il sindacato sostiene che c’è stata “prima una deflagrazione, poi un incendio. Salvi per miracolo tutti gli operatori presenti sulla linea”.

“A conferma di quanto sosteniamo da tempo – dichiara Usb – la condizione di sicurezza impiantistica è fortemente compromessa ed è nettamente peggiorata con la gestione AMI-Morselli“.

Ma l’azienda replica. “In totale sicurezza è stato gestito e controllato quanto è avvenuto. Nessuna conseguenza per le persone e non ci sono stati danni all’impianto”.

Al via la Cassa integrazione con causale Covid 19

Lo scorso 30 marzo ArcelorMittal aveva comunicato ai sindacati la parziale revoca – da oggi – della Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), iniziata lunedì 29 marzo. Da oggi, 5 aprile, è infatti riconvertita in Cassa integrazione con causale Covid 19, utilizzando l’ulteriore periodo di 13 settimane previsto dal Dl Sostegni, e proseguirà fino al 30 giugno.

E’ stato confermato che la procedura interesserà, a seconda delle esigenze produttive, un massimo di 8.128 dipendenti (5614 operai, 1514 impiegati, 866 equivalenti e 134 quadri) dello stabilimento siderurgico di Taranto, ovvero l’intera forza lavoro al netto dei dirigenti.

La società – scrive Repubblica – motiva il ricorso agli ammortizzatori sociali “a causa del perdurare della riduzione dell’attività lavorativa riconducibile alla situazione di emergenza epidemiologica”.