I magistrati a Renzi: le toghe sono “coscienza critica”

L’Anm risponde a Matteo Renzi che aveva chiesto ai magistrati di parlare “un po’ più con le sentenze e non con le interviste”. Quella di un presunto protagonismo delle toghe è una storia che va avanti da decenni e ha sempre infastidito il mondo dei giudici. “I magistrati fanno la loro parte e continueranno a farla con i processi, in questo caso nel contrasto alla corruzione – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Rodolfo Sabelli – Ciò non toglie che la magistratura associata intenda collaborare, con i propri suggerimenti che nascono dall’esperienza e possa anche essere una coscienza critica”.

I giudici, dunque, vogliono contribuire a dare una mano alla politica onesta con cui condividono l’obbiettivo “comune del contrasto alla criminalità e alla corruzione”. “Credo che chi ha il compito di proporre nuove leggi e di approvarle debba giovarsi dell’esperienza di chi lavora sul campo” ha detto ancora Sabelli “la magistratura associata svolga proprio questo compito di contribuire, come sa, attraverso la propria esperienza. E’ chiaro che in questo svolge anche una funzione di coscienza critica. Di apprezzamento e, se del caso, anche critica”. Infatti, ha proseguito il presidente dell’Anm ricordando una sua intervista di questi giorni, sulla corruzione “ho detto che le misure decise sono insufficienti, sono un ‘antipasto’ al quale devono seguire altre cose”. “Ho chiesto una risposta forte alla corruzione, e lo ribadisco – ha concluso – servono strumenti efficaci e in tempi veloci. Servono interventi mirati e specifici”.