Striscione pro Tito a Modena

Maresciallo siamo con te. Meno male che Tito c'è”. Sono le parole ingiuriose scritte con uno spray rosso e nero su uno striscione attaccato da questa mattina, Giornata del ricordo di tutte le vittime delle foibe, a Modena davanti alla sede del circolo identitario di destra La Terra dei Padri. Sul lungo pezzo di stoffa bianchi, campeggia anche falce e martello.

Apologia di reato

“Un attacco violento, al limite dell'apologia di reato – hanno commentato dal circolo – firmato con la falce e il martello che non riesce a sporcare la giornata e ci rafforza nel cementare la memoria dei martiri. Pur di esprimere un giudizio politico i soliti noti che hanno tempo da vendere non sono in grado di capire le sofferenze di chi fu gettato a morire nei crepacci carsici dai comunisti, né il calvario dei 350.000 dell'esodo da Istria e Dalmazia che si sono dovuti reinventare una vita, lavorando giorno e notte per cercare di ricostruire ciò che Tito gli aveva strappato”.

Polverini: “Scandaloso”

“Lo scandaloso striscione negazionista di Modena è la punta di un iceberg che riporta al passato più buio di questo Paese. Una vergogna per le vittime delle foibe. Inneggiare ad un dittatore assassino con tanto di simbolo di morte come quello comunista, che, purtroppo vedremo anche sulle schede elettorali, non può essere tollerato da un Paese civile. Le Istituzioni si facciano sentire e prendano i dovuti provvedimenti”, ha affermato il deputato di Fi, Renata Polverini.

Aimi: “Genocidio”

Sull'accaduto è intervenuto anche Enrico Aimi, consigliere regionale e candidato alle politiche, a Modena, per Forza Italia: “Una inaccettabile offesa all'Italia e alla memoria delle migliaia di vittime del comunismo. Inneggiare alla figura di un losco sanguinario e alla strage di oltre 15mila italiani barbaramente trucidati è apologia di genocidio. E questo è assolutamente inaccettabile, tanto più nel giorno del ricordo condiviso, sancito anche da una legge dello Stato. Nell'auspicio che i responsabili di questo sfregio siano identificati, serve una condanna unanime”, ha concluso Aimi.