Perché il mese di maggio è dedicato a Maria

Foto di José Manuel de Laá da Pixabay

Maggio è il mese dei fiori. La natura si risveglia, la primavera comincia a farsi sentire e tutto pare rinascere. Maggio è soprattutto il mese di Maria. La stessa pietà popolare privilegia il mese di maggio per onorare la Madonna, alla quale le litanie Lauretane, così chiamate perché diventate famose per l’uso che se ne fa nella Santa Casa di Loreto a partire dalla prima metà del secolo XVI, attribuiscono l’appellativo di “Rosa Mistica”. E’ significativa questa predilezione! Non conviene forse riservare alla più splendida delle creature il mese che racchiude e raccoglie la fragranza, la bellezza e il rigoglio della natura? E’ proprio dei fedeli l’intuizione che dà origine e alimenta il fervore del mese di maggio con la sincera, e spontanea devozione a Maria. Il benedettino tedesco Wolfang Seidl (1491-1462) pubblicò nel 1549 a Monaco di Baviera, il Maggio Spirituale che fu un tentativo di mese mariano. A Roma San Filippo Neri (1515-1595) insegnava ai giovani e a quanti lo seguivano a compiere ossequi alla Madonna, ornando di fiori le immagini, cantando lodi e preghiere.

Nel convento domenicano di Fiesole nel 1677, nacque una Confraternita detta “Comunella”. Nella cronaca conservata nell’archivio di San Domenico, si legge: “e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominciavano a ‘cantar maggio’ e far festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla santissima Vergine Maria”.

La formalizzazione del mese di maggio è dovuta però al gesuita Annibale Dionisi (1679-1754) con il suo Mese di Maria, pubblicato nel 1725 a Verona, dove si suggerisce di compiere le pratiche devozionali anche in casa o nei luoghi di lavoro, davanti ad un altarino della Madonna, con preghiere, fioretti e giaculatorie, e con l’offerta, alla fine del mese, del proprio cuore alla Madre di Dio.

Un ulteriore incremento devozionale alla Vergine, fu dato da un altro gesuita Alfonso Muzzarelli (1749-1813) nel 1785 a Roma, nello scrivere il Mese di Maggio, diede maggior rilievo e importanza alle feste mariane. Mentre in precedenza il mese era praticato nelle famiglie e nelle comunità religiose, adesso veniva esteso alle singole chiese e alle parrocchie.

Lo stesso padre Muzzarelli inviò copie della sua pubblicazione ai vescovi italiani, raccomandando con una lettera di introdurre questa devozione nelle loro diocesi. Fu subito accettata. Si ebbe così un maggiore impulso e slancio verso la devozione alla Madonna, riscoprendone il suo ruolo attraverso tridui, novene e processioni, senza dimenticare al tempo stesso la frequenza ai sacramenti della Confessione e della Comunione. La stessa recita del Rosario, a ottobre, fu estesa al mese di maggio e poi in ogni periodo dell’anno.

Dopo l’800 la pratica del mese di maggio si diffuse in Europa e nelle Americhe; dopo la definizione nel 1854 del dogma dell’Immacolata da parte di Pio IX (1846-1878) e nel corso degli anni i vari pontefici da Leone XIII a Papa Francesco lo hanno testimoniato attraverso documenti e lettere a tutti i fedeli.