Caso rimborsi, rischio buco da 1 milione

Sarebbe addirittura vicino al milione di euro il buco dei rimborsi non versati dai parlamentari M5s sul conto del microcredito. Numeri che i vertici dei pentastellati non hanno ancora confermato (sono ancora in corso le verifiche sulle restituzioni volontarie) ma, a quanto pare, nel conteggio dei 23 milioni già versati andrebbero considerate anche altre quote (quelle di europarlamenari, consiglieri regionali e qualche ex), le quali non dovrebbero invece essere conteggiate. Da qui l'importo, che sarebbe paurosamente superiore a quanto pronosticato nelle scorse ore, con una forbice in pericoloso aumento: “La notizia, in un Paese normale, è che il Movimento 5 Stelle ha restituito 23,1 milioni di euro di stipendi – ha detto il candidato premier Luigi Di Maio -. Quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila lavoratori. Non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e, come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre”.

I casi

L'allargamento progressivo del “buco” sospettato, ha spinto i vertici pentastellati a chiedere al Mef l'accesso agli atti per individuare i nomi di quanti hanno già effettuato versamenti con il totale dell'importo versato nei 5 anni da ognuno di loro. In attesa del resconto ministeriale, Di Maio ha spiegato di non conoscere i nomi, sottolineando però che “chi non ha versato verrà espulso”. Il caso nel frattemmpo, dopo Cecconi e Martelli, si starebbe allargando anche ad altri parlamentari, tutti attesi a Roma per presentare le relative documentazioni dei rimborsi: “Mi considero intanto autosospeso dal Movimento per tutelare anche la mia serenità personale e familiare – ha scritto su Facebook il senatore M5s Maurizio Buccarella -. Non me ne vogliano i colleghi, attivisti e candidati con i quali fino a oggi mi sono impegnato nella campagna elettorale, continuo a sostenerli idealmente e cercherò di dare una mano comunque, finché mi sarà permesso”.

La posizione

“Quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori – ha detto il leader politico Di Maio -, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono ma siamo orgogliosi di quello che è il Movimento”. All'indomani del caso Cecconi-Martelli, però, con i due parlamentari che avevano rinunciato alla candidatura andando a mettersi in regola ancora prima dell'esame dei probiviri, il candidato premier aveva fatto sapere di “essere orgoglioso” di loro. Altri aspetti controversi riguardanti i rimborsi di alcuni parlamentari M5s erano emersi nel corso di un'inchieste della trasmissione “Le Iene” (andata in onda sul sito web e che ha contribuito alla diffusione del caso), durante la quale un ex militante aveva spiegato che “tra deputati e senatori siamo a una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini”. A ogni modo, per ulteriori chiarimenti su nomi e casistiche, saranno necessari i dati del Mef.