Don Fortunato Di Noto: “Metaverso e intelligenza artificiale: servono regole chiare”

Interris.it ha intervistato don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter, in seguito alla denuncia di un caso di violenza sessuale che una minorenne avrebbe subito nel metaverso

Infanzia
Don Fortunato di Noto

Quando si parla di violenza sessuale o abusi è bene comprendere che si tratta di un argomento serio. La gente deve iniziare a cambiare mentalità. Dobbiamo inoltre precisare che il virtuale è reale. Non è vero che se la violenza sessuale si verifica nel virtuale non provoca conseguenze alle persone, a maggior ragione se parliamo di fragili, vulnerabili, esposte, che possono essere manipolate. Sfatiamo il mito: non è vero che ciò che accade nel digitale non provoca conseguenze gravi e pesanti nelle persone nella realtà. E’ una premessa che, secondo la mia esperienza maturata in Meter, mi sento in dovere di fare. Subire una violenza, un’abuso nel mondo virtuale provoca gravi ripercussioni nella vittima, nella sua vita relazionale e sociale“. E’ quanto ha dichiarato don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter Onlus che, dal 1989 opera a tutela dei bambini.

I fatti

Interris.it ha intervistato don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter Onlus e parroco della chiesa Madonna del Carmine di Avola (SR) su un fatto di cronaca che si è verificato nel metaverso: l’avatar di una minorenne sarebbe stato violentato virtualmente da una gang di avatar maschili durante un gioco immersivo. La notizia è stata riportata qualche giorno fa dal Daily Mail, la polizia della Gran Bretagna ha avviato la prima indagine su quanto sarebbe accaduto nel metaverso.

L’opinione pubblica spaccata in due

Il caso della minorenne abusata nel metaverso ha diviso in due l’opinione pubblica, con chi condanna senza mezzi termini quanto accaduto e chi, invece, si chiede se si sia trattato veramente di stupro, chi domanda quando la polizia si occuperà dei cimini della vita reale e chi ironizza: “Sono stato ucciso in un videogioco. Aspetto che il mio assassino venga assicurato alla giustizia”.

La posizione di Meta

Meta descrive il suo mondo virtuale come “la prossima evoluzione della connessione sociale”, un luogo in cui “la relatà virtuale ti consente di esplorare nuovi mondi ed esperienze condivise”. Dopo l’episodio che ha visto coinvolta la minorenne inglese, l’azienza ha rilasciato un comunicato in cui spiega che esistono tutele per difendere gli utenti da possibili abusi sessuali. “Il tipo di comportamento descritto non trova posto sulla nostra piattaforma, e infatti tutti gli utenti hanno una protezione automatica chiamata confine personale, che tiene le persone sconosciute a pochi metri di distanza dall’avatar nel metaverso”, si legge nel comunicato. “Al momento non ci è stato fornito alcun dettaglio su ciò che è accaduto, non appena verranno pubblicate le informazioni esamineremo con attenzione i dettagli a nostra disposizione“.

Don Di Noto: “Meter ha denunciato queste problematiche tre anni fa”

Don Fortunato spiega che, come Meter, ha denunciato tre anni fa questo tipo di problemi legati alle nuove tecnologie. “La questione è veramente seria, come è seria la pedopornografia online – aggiunge -. Spesso, alcune persone dicono: ‘in fondo in fondo, chi fa uso di materiale pedopornografico non fa del male a quei bambini’. In realtà, quei piccoli sono stati già abusati e lo sono ogni qualvolta che vengono diffusi video e foto online. Metaverso e intelligenza artificiale devono essere estremamente regolamentate, i guru del digitale lo hanno già dichiarato: se non ci saranno regole chiare si verificherà una catastrofe umanitaria“.

Ricordiamo che i bambini sono bambini

“I bambini, come direbbe la Montessori, sono contenitori che dobbiamo riempire, ma di cose buone e belle affinché possano crescere come persone consapevoli – aggiunge don Di Noto -. Se io nel metaverso adesco, provoco, induco la persona anche da un punto di vista cognitivo a un cambiamento antropologico. Dobbiamo sempre ribadire che i bambini sono sempre bambini, non li possiamo considerare grandi o con la mentalità degli adulti – afferma -. Parlare in maniera volgare come se fosse normale è un abuso, il fatto che il bambino veda del materiale pedopornografico è un abuso”.

Il rispetto della dignità umana

Vorrei sottolineare, inoltre, che questo non deriva solo dalla morale cattolica, si tratta di rispettare la dignità umana – afferma il fondatore di Meter -. Io vorrei capire se ci sono nel mondo agenzie educative che condividono quanto io ho detto. L’ipersessualizzazione del mondo è spaventosa. La pornografia e la pedopornografia occupano uno dei primi posti nel business mondiale, è quasi al secondo posto dopo il commercio di armi: immaginate quanti corpi vengono venduti. Siamo tutti d’accordo che la dipendenza dalla pornografia provoca un danno sia agli adulti sia ai bambini? Siamo d’accordi che i provider devono attivarsi e produrre un parental control serio e funzionale?”, si chiede il sacerdote e conclude: “La vera domanda da fare è: siamo d’accordo che i bambini debbano essere tutelati?“.