Usa, nuovo monito a Israele: “Basta vittime civili a Gaza”

Il portavoce per la Sicurezza nazionale, John Kirby, ribadisce diritti e doveri di Israele. Intanto, gli Houthi sono reinseriti fra le organizzazioni terroristiche

Usa Gaza
Foto di Emad El Byed su Unsplash

Gli Stati Uniti si dicono ottimisti sui colloqui per il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Tuttavia, resta il monito già lanciato a Israele, ribadito dal portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby: “Basta vittime civili a Gaza”. Il tutto anche nell’ottica del diritto di Israele a difendersi, anch’esso ribadito dagli Usa. I quali, nel frattempo, inquadrano nuovamente gli Houthi tra i gruppi terroristici.

Il monito degli Usa

La Casa Bianca dice “ottimista” riguardo agli ultimi colloqui per rilascio degli ostaggi di Hamas. Lo ha riferito il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. “Non voglio dire troppo pubblicamente visto che i colloqui sono in corso, ma speriamo che possano dare i loro frutti, e presto”. Lo ha sottolineato il funzionario della Casa Bianca. “Israele ha il diritto di difendersi ma non vogliamo vedere più vittime civili a Gaza“, ha detto Kirby.

Ribelli Houthi fra i terroristi

Gli Stati Uniti hanno deciso di reinserire i ribelli Houthi dello Yemen nella lista delle organizzazioni terroristiche. Lo riferiscono due fonti informate all’Associate Press. Designati come gruppo terrorista durante la presidenza di Donald Trump, gli Houthi erano stati rimossi dalla stessa lista dal presidente Joe Biden nel 2021, per consentire l’ingresso di aiuti umanitari in Yemen.

Verso una missione nel Mar Rosso

Tra i 27 Paesi membri dell’Ue sembra esserci “un ampio consenso” sulla necessità di agire “in modo rapido e pragmatico” per garantire la navigazione nel Mar Rosso e contrastare gli Houthi, creando una missione Ue. Lo assicura una fonte diplomatica all’ANSA.

Ora si chiederà al Gruppo Politico-Militare di fornire le sue “raccomandazioni” e al Comitato militare dell’Ue di fornire “al più presto” le indicazioni militari sul concetto di gestione della crisi. In mattinata è stata infatti affrontata al Comitato di Politica e Sicurezza (Cops) la possibilità di lanciare una missione Ue nell’area. Ed è stata “espressa la volontà” di procedere con la proposta del Servizio di Azione Esterna di creare una missione sulla base della già esistente Agenor – a guida francese – e con un’area di operazioni “dal Golfo e dallo Stretto di Hormuz al Mar Rosso”.

Chi è Agenor

Agenor è il ramo militare della più ampia ‘Emasoh (European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz), avviato il 20 gennaio 2020 con una dichiarazione di sostegno europea congiunta ed è pienamente operativo dal 25 febbraio 2020. Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo partecipano attualmente all’operazione. La European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz “mira a garantire un ambiente di navigazione sicuro, a contribuire alla de-escalation delle tensioni e a facilitare un dialogo regionale inclusivo nello Stretto di Hormuz”, si legge sul sito della missione.

Fonte: Ansa