Francia, al via la riforma della Costituzione per destituire il Presidente

Il Senato francese ha approvato il progetto di legge con 324 voti a favore e 18 contro (tutti i senatori comunisti) che prevede una procedura di destituzione del presidente della Repubblica da parte del Parlamento, in caso di “mancata capacità di attendere ai suoi doveri manifestamente incompatibile con l’esercizio del suo mandato”. L’articolo 68 della Costituzione francese, modificato nel 2007, già prevedeva una procedura di destituzione del Presidente da parte di deputati e senatori: ma, senza una legge organica, il dispositivo costituzionale non poteva entrare in vigore; ora il testo è pronto, essendo già stato approvato in precedenza dall’Assemblea Nazionale (equivalente della Camera dei Deputati italiana).

Il Presidente potrebbe essere destituito sia che “non assicuri più il regolare funzionamento dei poteri pubblici”, non controfirmi leggi votate dal Parlamento, blocchi la Costituzione o utilizzi i suoi poteri in maniera abusiva; sia che il “suo comportamento personale sia incompatibile con la dignità della funzione, commettendo un crimine e simili”. In tali casi il Parlamento, riunito come “Alta Corte” guidata dal presidente dell’Assemblea Nazionale, può pronunciarsi sulla sua destituzione con una maggioranza di due terzi espressa a voto segreto. Insomma, una specie di “impeachment”; salvo che la versione francese è strettamente politica, senza conseguenze giurisdizionali; contrariamente alla procedura statunitense in cui è la Camera dei Rappresentanti a mettere sotto accusa il Presidente ed è il Senato a giudicarlo.

In Francia l’Alta Corte si limiterebbe a destituirlo, senza irrorare alcuna sanzione; ma se il Presidente avesse commesso qualche reato, una volta destituito sarebbe privato dell’immunità prevista dalla Costituzione, tornerebbe ad essere un comune cittadino e quindi potrebbe essere condotto come chiunque altro davanti alla giustizia ordinaria.