IL PONTEFICE: “METTIAMOCI AL FIANCO DELLE FAMIGLIE PIU’ VULNERABILI”

Occorre mettersi al fianco delle famiglie “vulnerabili a motivo della povertà, della malattia, della mancanza di lavoro e di una casa!”. Lo dice papa Francesco, ricevendo in Udienza in Vaticano i partecipanti al 35esimo Convegno Nazionale Italiano dei Centri di Aiuto alla Vita. “Per i discepoli di Cristo, aiutare la vita umana ferita – osserva Bergoglio – significa andare incontro alle persone che sono nel bisogno, mettersi al loro fianco, farsi carico della loro fragilità e del loro dolore, perché possano risollevarsi. Quante famiglie sono vulnerabili a motivo della povertà, della malattia, della mancanza di lavoro e di una casa!”. Il Pontefice ricorda che “occorre nutrire sensibilità personale e sociale sia verso l’accoglienza di una nuova vita sia verso quelle situazioni di povertà e di sfruttamento che colpiscono le persone più deboli e svantaggiate”. Il Santo Padre cita l’Enciclica Laudato si’: ” Se da una parte ‘non appare prati-cabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano quando non si dà protezione a un embrione umano’, dall’altra parte ‘la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado’. Infatti, dobbiamo constatare con dolore che sono tante le persone provate da condizioni di vita disagiate, che richiedono la nostra attenzione e il nostro impegno solidale”.

Il Papa si addolora per la condizione di anziani e giovani: ” Quanti patiscono il peso della sofferenza e della solitudine! Quanti giovani sono smarriti, minacciati dalle dipendenze e da altre schiavitù, e attendono di ritrovare fiducia nella vita! Queste persone, ferite nel corpo e nello spirito, sono icone di quell’uomo del Vangelo che, percorrendo la strada da Gerusalemme a Gerico, incappò nei briganti che lo derubarono e lo percossero. Egli sperimentò prima l’indifferenza di alcuni e poi la prossimità del buon samaritano”. Il Papa punta il dito contro quelli che definisce i ‘briganti di oggi’: “Su quella strada, che attraversa il deserto della vita, anche nel nostro tempo ci sono ancora tanti feriti, a causa dei briganti di oggi, che li spogliano non solo degli averi, ma anche della loro dignità. E di fronte al dolore e alle necessità di questi nostri fratelli indifesi, alcuni si voltano dall’altra parte o vanno oltre, mentre altri si fermano e rispondono con dedizione generosa al loro grido di aiuto. Voi, aderenti al Movimento per la Vita, in quarant’anni di attività avete cercato di imitare il buon samaritano. Dinanzi a varie forme di minacce alla vita umana, vi siete accostati alle fragilità del prossimo, vi siete dati da fare affinché nella società non siano esclusi e scartati quanti vivono in condizioni di precarietà”.

Ricorda papa Francesco che “c’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna. A questo proposito, mi piace sottolineare che nella vostra attività, voi avete sempre accolto tutti a prescindere dalla religione e dalla nazionalità”. “Il numero rilevante di donne, specialmente immigrate, che si rivolgono ai vostri centri dimostra – dice il Papa – che quando viene offerto un sostegno concreto, la donna, nonostante problemi e condizionamenti, è in grado di far trionfare dentro di sé il senso dell’amore, della vita e della maternità”.