RIVOLUZIONE SPAGNA, VINCE PODEMOS, RAJOY IN CRISI

I risultati delle amministrative segnano una rivoluzione politica in Spagna. Netta l’affermazione di Podemos che trionfa a Barcellona e tiene a Madrid. In crisi il Pp del premier Mariano Rajoy punito dagli elettori dopo 4 anni di pesanti tagli alla spesa pubblica. L’esito del voto è un test in vista delle elezioni generali di novembre ed evidenzia la frammentazione dovuta alla sempre maggior forza dei movimenti emergent. Gli spagnoli hanno respinto la stabilità che l’alternanza tra Pp e Socialisti costituisce da quarant’anni, optando per il cambiamento. I popolari restano comunque il primo partito, con il maggior numero di voti. Popolari e Socialisti dovranno negoziare con i partiti minori, in 13 delle 17 regioni andate al voto ieri con più di 8mila municipalità.

Il Pp ha avuto il peggior dato elettorale alle municipali dal 1991, perdendo la maggioranza assoluta in bastioni come Madrid e Valencia. Le potenziali coalizioni di centrosinistra potrebbero mandare il partito all’opposizione per la prima volta in vent’anni. A Madrid, dove il sindaco viene dalle file dei popolari dal 1991, il partito ha battuto di misura la piattaforma di sinistra sostenuta da Podemos e guidata dal 71enne Manuela Carmena. Ma la piattaforma si alleerà probabilmente con i socialisti, per andare al potere.

A Barcellona, un’altra coalizione di sinistra guidata dalla ex attivista Ada Colau e appoggiata da Podemos ha sconfitto i partiti pro-indipendenza Convergencia i Unio (CiU) e Esquerra Republicana de Catalunya (ERC). “Qui ha vinto la gente, non un mucchio di iniziali”, ha dichiarato Colau parlando ai sostenitori e facendo riferimento alle sigle dei partiti politici tradizionali. Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, dopo il voto è stato uno dei primi politici a parlare ai media. Accompagnato dal sua numero due, Inigo Errejon, ha affermato, secondo quanto riporta il sito 20minutos: “Le grandi città sono il motore del cambiamento politico” ed “è iniziata in Spagna la fine del bipartitismo”. Ha concluso: “Questa situazione, questa primavera di cambiamento, è irreversibile. A novembre ci assumiamo la sfida di vincere le elezioni”.