Tunisia, ancora viva la memoria di Craxi

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Morì quasi di sorpresa quel 19 gennaio del 2000, stroncato da un infarto dopo un lungo esilio in terra tunisina, che lo ricorda come “Monsieur le president”. A quindici anni dalla scomparsa gli abitanti di Hammamet dove è sepolto nel cimitero cristiano, sembrano essere gli unici a mantenere viva la memoria del leader socialista che aiutò il Paese, il popolo tunisino e i fratelli palestinesi.

Come accade ogni anno la Fondazione a lui intitolata e presieduta dalla figlia Stefania, organizzerà una cerimonia di commemorazione, non solo per ricordare la figura e l’opera di un uomo che “ha speso la sua vita per il suo Paese e per la pace ed il progresso del mondo”, ma anche per ribadire l’affetto e la gratitudine della famiglia Craxi, dei socialisti italiani e di tutti gli italiani liberi nei confronti del popolo tunisino.

Alla giornata di commemorazione che in questi anni non è mai mancata di essere celebrata, parteciperanno politici di oggi, fedelissimi di ieri, socialisti di varia estrazione e anche la comunità italiana tunisina; inoltre è prevista la proiezione di un docufilm che ripercorrerà gli anni dell’esilio. Nel presentare le iniziative in programma la figlia manifesta la sua stima per l’attuale presidente Beji Caid Essebsi.

“La sua elezione – dice Stefania Craxi – è una buona notizia per tutti i sinceri democratici e per tutti coloro che auspicano che il mediterraneo diventi un luogo pacifico di scambi economici e politici, un luogo di incontro tra mondi e culture diverse. Proprio quella stessa lungimirante visione del Mediterraneo che aveva mio padre e che se fosse stata portata avanti come linea di politica estera avrebbe evitato probabilmente i problemi e le tensioni attuali”.

In conclusione all’intervento, l’erede del leader socialista ha speso le sue ultime parole riconoscendo che sono dovuti passare diversi anni affinché il nostro Paese facesse qualche passo indietro nei confronti di suo padre: “A quindici anni dalla sua morte in esilio, gli italiani sono ora pronti a restituire a Craxi l’onore che merita, l’onore ad un uomo che ha speso tutta la sua vita, nonostante errori comprensibili, che tuttavia ha riconosciuto per il bene del suo Paese”.