Abiti colorati vietati alle studentesse degli atenei dell’Arabia Saudita

Il nero è sempre di moda, smagrisce ed è elegante! Ma in Arabia Saudita non è per un frivolo capriccio che la commissione dell’Università di Dammam ha vietato alle studentesse dell’ateneo di indossare abaya colorate. Si tratta di un lungo camice che copre tutto il corpo eccetto testa, mani e piedi. Per coprire il capo è poi consuetudine usare un altro indumento come il niqab che lascia solo gli occhi scoperti. Gli abiti colorati sono considerati non idonei ad un’istituzione scolastica, per questo motivo sono previste misure disciplinari per chi non rispetterà questa regola e non indosserà il tradizionale abito islamico. La nuova legge colpisce non solo le giovani ragazze ma anche i negozi che vendono abaya colroate, molti dei quali hanno dovuto pagare una multa per avere esposto la merce proibita nei loro locali.

L’obiettivo di queste nuove norme – volute dal Ministero per il Lavoro con la collaborazione della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio – è quello di conformare anche il mercato al codice di abbigliamento islamico in vigore nel Regno. Una decisione che ha scatenato molti dibattiti a partire dagli atenei dello Stato sino a raggiungere la rete. Sono diverse le posizioni: c’è chi difende le ragazze, vedendo in questa nuova norma un limite alla libertà di espressione, chi invece considera solo le conseguenze che questo provvedimento porterà ai negozianti, con una forte ricaduta sul piano economico, è chi infine accoglie con entusiasmo il regolamento proposto dal Ministero. Il sociologo Mohammad Al-Zahrani ha commentato: ” Secondo me la regola imposta dall’Università non è restrittiva, al contrario, garantisce alle donne conformità rispetto al modesto modo di vestire voluto dalla religione”.