S. Celmente Maria Hofbauer, il “principale sostegno della religione in Austria”

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S. Celmente Maria Hofbauer, Sacerdote redentorista Tasswitz (Repubblica Ceca), 26/12/1751 – Vienna (Austria), 15/03/1820. Figlio di E. Giovanni Dworzak, pur desiderando diventare sacerdote, è costretto a fare il panettiere, prima a Znaim e poi nel monastero premostratense di Bruck.

Avvenimenti

• Durante un pellegrinaggio a Roma diventa redentorista e nel 1785, dopo aver pronunciato i voti, è ordinato sacerdote.

• È il primo a diffondere la Congregazione redentorista oltre le Alpi e il secondo fondatore dopo sant’Alfonso.

• Soggiorna per ventuno anni a Varsavia, dove fonda la prima casa redentorista: riesce at avviare un’opera di assistenza agli orfani e ai bisognosi, sebbene inizialmente incontri molte difficoltà: quattro confratelli muoiono per un prosciutto avvelenato donato al convento, mentre un altro è ucciso a bastonate.

• La sua influenza spirituale arriva a preoccupare persino Napoleone, che ha conquistato gran parte della Polonia e che nel 1808 lo espelle con tutti i confratelli. Ritorna a Vienna continuando la sua intensa attività di predicatore, animatore culturale e religioso.

• È un deciso oppositore del giuseppinismo, movimento che prende il nome dall’imperatore Giuseppe II e che cerca di porre la Chiesa austriaca sotto il controllo imperiale (dunque indipendente da Roma). Clemente viene anche accusato di essere una spia del Vaticano.

Aneddoti

• A 7 anni perde il padre; la madre, indicandogli un crocifisso, gli dice: «Da oggi questo sarà tuo padre e vedi di camminare per la via che a lui piacerà».

Non utilizza né cappello né ombrello per rispetto della presenza del Signore e dell’angelo custode. • Un giorno, quando la comunità si trova in grande difficoltà per sopravvivere, bussa alla porta del tabernacolo e dice: «Gesù, se non ci aiuti, dovremo partire o morire». Lo stesso giorno arriva uno sconosciuto con una ingente somma di denaro
• Apre un orfanotrofio, dopo il bombardamento spesso è costretto a mendicare per sostenere i suoi assistiti. Una volta entra in una locanda per chiedere fondi, un uomo che sta giocando a carte come risposta gli sputa in faccia. Clemente Maria non si irrita per il grave affronto e afferma: «Questo è per me. Ora datemi qualcosa per i miei assistiti». Quell’uomo, stupito da tanta umiltà, diventa uno dei suoi più fedeli penitenti e benefattori.

Spiritualità

Sempre con la corona del Rosario in mano, trova in essa molti spunti di meditazione, tanto da chiamare il rosario “la mia biblioteca”. Arriva a ringraziare il Signore per il suo carattere irascibile che gli permette fare frequenti atti d’umiltà. Perfetta osservanza della Regola. Visita i malati e soccorre i bisognosi. Si dice che abbia assistito duemila morenti di ogni condizione sociale. La sera nella sua modesta abitazione riunisce di frequente venti o trenta studenti per istruirli alla fede.

Pensieri e insegnamenti

«Il modo migliore per farsi santo è d’immergersi nella volontà di Dio come una pietra s’immerge nel mare».

Morte

Affronta una tormenta di neve per recarsi a celebrare una Messa in memoria della Sua benefattrice, la principessa Jablonovska. Muore sei giorni dopo, addormentandosi nella pace del Signore, profondamente uniformato al divino volere, dopo aver esortato i presenti a recitare l’Angelus al suono delle campane di mezzogiorno. Pio VII, appena informato della sua morte, esclama: «La religione in Austria ha perso il suo principale sostegno».
E’ canonizzato i 1909. I suoi resti mortali sono venerati a Vienna, nella chiesa di Santa Maria della Scala.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi