Ecco la Top 11 del Mondiale

Che quello di Russia sia stato il Mondiale delle sorprese è fuor di dubbio: dalla Russia padrona di casa, capace di eliminare la Spagna, alla sorprendente Croazia (anche se fino a un certo punto), finalista del torneo… La vittoria della Francia è meritata, giusta per quanto si è visto in campo e per il concentrato di talento, tecnica e fantasia che Deschamps si è ritrovato a disposizione. Logico che, in una ideale Top-11, i Bleus riescano a piazzare molti dei loro interpreti. Ma, se è vero che in Russia si è giocato il Mondiale delle rivelazioni, ecco sbucare qualche nome fra i tanti che sono riusciti a dare il meglio di sé nel torneo, attirandosi le attenzioni dei migliori club del mondo. E allora, salutando la Coppa del Mondo, ecco un 4-3-3 d'eccezione, una carrellata di campioni, capaci di rubare la scena e, chi più chi meno, di regalarsi un sogno.

 

Igor Akinfeev (Russia)
Se la sua Russia, padrona di casa, è arrivata così avanti nel torneo e in modo così inaspettato, il merito è in buona parte suo. Akinfeev ce l'ha fatta: ha riscattato una Coppa del Mondo, quella del 2014, che lo aveva visto protagonista in negativo andando a prendersi, anzi, a riprendersi il palcoscenico internazionale cancellando con un colpo di spugna quanto di brutto si era visto in Brasile. Igor si supera con la Spagna, neutralizzando ai rigori i tiri di Koke e Iago Aspas e portando i suoi ai quarti di finale; si ripete con minor fortuna contro la Croazia, respingendo il tiro di Kovacic senza riuscire a regalare alla sua Russia le semifinali del Mondiale. Il suo però (e non solo in termini di penalty parati) lo aveva già abbondantemente fatto, da vero capitano.

Benjamin Pavard (Francia)
Il terzino che non ti aspetti diventa il migliore del Mondiale nel suo ruolo. E' già successo in passato e noi italiani lo sappiamo bene, visto che Fabio Grosso, a Germania 2006, fu protagonista di un exploit tanto meraviglioso quanto inaspettato. Rispetto all'ex Palermo, Benjamin Pavard gioca sulla corsia di destra ma, come lui, corre come un treno, crossa e, a quanto pare, segna pure (vedi il destro al volo che ha momentaneamente pareggiato i conti con l'Argentina). Indubbiamente, lo sprint russo lo proietta da oggetto misterioso della squadra delle meraviglie al rango di uomo mercato. Dovesse mantenere le prestazioni viste in Russia, la Francia si troverebbe in casa uno dei migliori terzini del panorama europeo.

Yerry Mina (Colombia)
Vedere un difensore fra i primi posti della classifica marcatori di un Mondiale la dice lunga sulla vena dei numeri 9 alla rassegna russa. Eppure, poco sotto i vari Kane, Griezmann e Mbappé, ecco spuntare un centrale d'altri tempi: Yerry Mina, colombiano e protagonista assoluto del pur titubante torneo dei Cafeteros. Tre gol, tre stacchi di testa, uno dei quali agli ottavi contro l'Inghilterra, che ha regalato ai suoi l'illusione di poter restare ancora un po' fra le big del calcio internazionale. Ma, al di là dei gol, Mina se l'è cavata egregiamente in una difesa non proprio esemplare, sciogliendo non pochi dubbi sul perché il Barcellona, già lo scorso anno, abbia deciso di puntarci.

Domagoj Vida (Croazia)
Di buoni difensori centrali se ne sono visti a Russia 2018. Ma da Domagoj Vida, classe 89 del Besiktas, davvero non ci si aspettava così tanto. Corsa, grinta, fisico, recuperi e anche un bel gol, in semifinale contro l'Inghilterra: il Mondiale del biondo difensore croato ha significato, come per tanti altri prima di lui, la consacrazione a livello internazionale e non solo per il fantastico risultato raggiunto dalla sua nazionale. Tralasciando la discutibile parentesi extracalcistica che lo ha visto coinvolto, il roccioso centrale ha dimostrato che, finora, ha probabilmente raccolto meno di quanto meritava. Starà a lui confermare, nella stagione che verrà, quanto di buono mostrato ai piedi degli Urali.

Kieran Trippier (Inghilterra)
Corsa, tecnica, resistenza e pure un piedino niente male. Kieran Trippier, terzino titolare del Tottenham e punto fermo della nazionale inglese guidata da Southgate, si è definitivamente scrollato di dosso la veste dell'anonimato, proiettandosi al grande calcio come uno dei migliori in Europa nel suo ruolo. Per lui anche la soddisfazione di un gol (e che gol) con una punizione magica in semifinale contro la Croazia, sufficiente a illudere i suoi di poter raggiungere una finale dopo 52 anni. Ma, dalla sua, anche l'invidiabile primato di aver creato il maggior numero di occasioni per i compagni: il prototipo del terzino 2.0.

Denis Cheryshev (Russia)
E' lui la vera rivelazione di Russia 2018. Quattro gol e prestazioni maiuscole per quello che, a tutti gli effetti, è un riscatto in piena regola. Denis Cheryshev si regala un Mondiale da favola, riaprendo un discorso che sembrava interrotto con la nazionale russa e guadagnandosi a buon diritto una maglia nella Top-11 del torneo. Le sue prestazioni hanno di gran lunga superato le attese, facendo ricredere chi disperava per l'infortunio della stella Dzagoev: agendo da mezzala, ma anche da esterno e trequartista, Cheryshev si toglie anche la soddisfazione di un eurogol alla Croazia nei quarti di finale. Non sufficiente per andare avanti ma comunque una delle più belle reti del Mondiale.

Luka Modric (Croazia)
Ha fatto sognare e commuovere la sua nazionale ma anche i tifosi del Real. Luka Modric non è riuscito ad alzare al cielo la Coppa del Mondo; il numero 10 della squadra allenata da Zlatko Dalić, giocatore simbolo di una cavalcata storica, torna in patria con addosso la medaglia d'argento e il titolo di “Miglior giocatore”. All'apice della sua carriera, è stato il vero trascinatore dell'impresa croata. Giocate sorprendenti, aperture geniali, iniziative, assist… Nella kermesse mondiale non gli si può proprio rimproverare nulla. Va in rete contro la Nigeria, è il migliore in campo con l'Argentina, è il mattatore della riscossa croata contro gli inglesi. Sbaglia un penalty decisivo con la Danimarca, ma poi si rifà con fortuna alla lotteria dei rigori. Per lo stile di gioco e l'abilità nel servire assist per i compagni, è stato definito “il Cruijff croato”. Un appellativo più che meritato. 

Paul Pogba (Francia)
Non era stata un'annata semplice quella di Paul Pogba: poche presenze con lo United, qualche problema fisico e tanta fatica a scrollarsi di dosso l'etichetta di acquisto da 100 milioni, con tutti gli oneri e gli onori che tale prezzo comporta. Eppure Deschamps non ha mai avuto dubbi, lo reinventa centrale in un centrocampo a due e lui, Pogba, lo ripaga a suon di prestazioni: forza fisica devastante, tiro alla dinamite con tanto di gol in finale come ciliegina sulla torta. La crescita tattica in terra russa dell'ex Juve è stata impressionante: più disciplinato, meno appariscente ma forse ancor più decisivo, con una guardia come Kanté vicino e la licenza di proiettarsi in avanti a far manbassa. Quello visto in Russia è il nuovo Paul Pogba. Quello vero.

Kylian Mbappé (Francia)
Il teenager dei record, a soli 19 anni realizza quattro reti nella kermesse di Russia. E' il francese più giovane di sempre a vincere un Mondiale. Un titolo più che meritato viste le meraviglie in campo: velocità, assist e colpi di genio unite a uno stile che a molti ha ricordato quello di Ronaldo (il Fenomeno). Un talento a dir poco straordinario capace di oscurare anche l'Argentina di Messi. E se anche Pelé lo elogia su Twitter, da questo “enfant prodige” possiamo davvero aspettarci grandi cose.

Eden Hazard (Belgio)
Se la Croazia è stata la rivelazione del Mondiale, il Belgio dei fenomeni non è stato certo da meno. Anzi, a dire il vero, i Diavoli rossi sono parsi l'unica squadra in grado davvero di tenere testa alla Francia campione. E il condensato di talento della nazionale di Martinez s'incarna alla perfezione nella figura del suo capitano. Freddezza, grinta, eleganza… Paragonato a Messi o CR7, Hazard in questo Mondiale è salito in cattedra, dando lezioni di calcio non solo al Panama, ma anche a Neymar e al suo Brasile. Dribbling strepitoso, doppio passo e chi più ne ha più ne metta, lo rendono letale: è sua la firma del 2-0 nella finale per il terzo posto contro gli inglesi. Un giocatore da copertina che Abramovich non ha alcuna intenzione di lasciar andare facilmente: 226 milioni il prezzo stabilito dal Chelsea. E il Real Madrid, club dove Hazard sogna di giocare, sembra disposto a sborsare una tale cifra per rimpiazzare Ronaldo. 

Antoine Griezmann (Francia)
Con la maglia della sua nazionale ha segnato ben 24 gol, quattro solo nella rassegna di Russia. Vero trascinatore dei Blues, Antoine Griezmann è riuscito nell'impresa fallita da tutti gli altri condottieri francesi: trionfare nella terra degli Zar. Letale dal dischetto, forse poco appariscente rispetto al compagno di reparto Mbappé, ma le Petit diable ha saputo ritagliarsi il suo spazio, tanto da rendersi indispensabile alla manovra francese, per la sua capacità di aprire le difese senza offrire il benché minimo punto di riferimento. Vero uomo in più dei Bleus, il suo futuro per ora sarà all'Atletico, con occhio ai grandi club europei. E, perché no, viste le sue prodezze in Russia, starebbe bene anche in lista per il Pallone d'Oro.