Nel 2020 aumento dell’uso di antidepressivi tra gli adolescenti del 11%

Lo rileva il Rapporto Osmed 2020 di Aifa: nella fascia 12-17 anni di età 65 prescrizioni di psicofarmaci su 1000 ragazzi

Il Rapporto Osmed 2020 sull’Uso dei Farmaci in Italia, presentato oggi dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) presenta dati preoccupanti. Nell’anno della pandemia, infatti, è cresciuto il consumo di antidepressivi e antipsicotici specialmente tra i bambini.

Come riporta Ansa, “Nel 2020 la prevalenza d’uso degli psicofarmaci nella popolazione pediatrica è stata pari allo 0,3%, con un tasso di prescrizione di 28,2 per 1000 bambini, in aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente”.

In particolare, tra gli under 17 “gli antipsicotici sono i farmaci che registrano l’aumento maggiore delle prescrizioni (+17,2%) rispetto all’anno precedente.

Il ricorso agli psicofarmaci presenta un andamento crescente per età, raggiungendo il massimo nella fascia 12-17 anni di età. Qui si registrano un tasso di prescrizione di 65 per 1000 bambini e una prevalenza dello 0,71%. Analizzando le prescrizioni per sottocategoria di farmaci, la prevalenza d’uso maggiore si osserva per gli antipsicotici (0,19%), con un numero di confezioni pari a 15,7 per 1000 bambini. Seguono gli antidepressivi, con una prevalenza d’uso di 0,14% e la prescrizione di 8,1 confezioni per 1000 bambini, e i farmaci per l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) con una prevalenza pari a 0,06% e una prescrizione di 4,4 confezioni per 1000 bambini.

Anche negli adulti gli antipsicotici hanno visto un aumento importante. Dal 2014 al 2020 il consumo è “aumentato di oltre il 20% passando da 8,3 nel 2014 a 10,1 dosi giornaliere nel 2020.

Mentre in termini di variazione media annuale si rileva un aumento del 3,3%”.

In media, per ogni cittadino, la spesa è stata pari a 4,87 euro con un aumento del 2,1% in confronto al 2019 (+4,2% in termini di dosi). Tra le Regioni “si notano importanti differenze”: “la Sardegna ha un consumo quasi doppio rispetto alla Lombardia e, in generale, in quasi tutte le Regioni del Centro-Sud, ad eccezione della Campania, vi è un maggior ricorso a questi farmaci rispetto al Nord”.