Lo sport: strumento di sviluppo e di pace

Nell’epoca molto difficile che stiamo vivendo nella quale guerra e pandemia stanno mettendo a dura prova la tenuta sociale e l’integrità delle persone più fragili, l’inclusione assume una valenza ancora più importante ed incisiva. Il ruolo che lo sport ricopre è fondamentale per superare qualsiasi tipo di conflittualità e generare inclusione. Esso in contemporanea può e deve diventare nello stesso momento uno strumento per combattere le disuguaglianze, un mezzo di cambiamento per i contesti sociali svantaggiati e uno strumento di inclusione sia per le persone con disabilità che per i rifugiati in fuga dalla guerra.

Lo sport deve tornare ad essere deve tornare ad essere – come ci ha indicato l’Unesco nel 1978 – un modello virtuoso di sviluppo per la società, essere portatore di sviluppo e coesione sociale nei contesti territoriali difficili, trasmettere esempi positivi ed essere generatore di pace e fratellanza tra i popoli dove ognuno, indipendentemente dalle proprie fragilità o condizione sociale, può esprimere appieno le proprie potenzialità. In altre parole, lo sport, deve essere un diritto inalienabile di tutti in cui – grazie a disciplina, impegno, dedizione, rispetto reciproco e senso di fraternità – la società intera diventa maggiormente inclusiva ed attenta al prossimo.

In questo periodo travagliato l’umanità intera deve dare prova di maturità e dimostrare che, nonostante le reciproche diversità, come sottolinea Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, la fraternità umana e la cura del Creato costituiscono l’unica via per dare vita ad un futuro migliore e questo può essere fatto anche attraverso lo sport che è uno strumento di sviluppo e pace per ognuno di noi.