Promuovere la pace guardando gli esempi della storia

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Lo scorso anno Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale della Pace, ha esortato tutti noi ad impegnarci “per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune” e ad agire per essere “artigiani di pace”. Queste parole, ad oggi, in considerazione dei numerosi conflitti che stanno lambendo diverse parti del mondo provocando innumerevoli sofferenze a tanti innocenti, devono risuonare nelle coscienze dei potenti della terra per far sì che si sforzino in ogni modo per promuovere la pace, com’è stato fatto, ad esempio, con gli Accordi di Dayton che, dopo la ratifica del 14 dicembre 1995, seppur con diverse criticità, grazie agli sforzi delle Nazioni Unite, hanno permesso di far cessare le violenze, riportare la pace e favorire la transizione democratica tra la Repubblica di Bosnia Erzegovina, la Repubblica di Croazia e la Repubblica Federale di Jugoslavia.

Molti di noi, a quel tempo, non erano ancora nati ma, la promozione della pace guardando agli esempi della storia, deve essere il nostro imperativo morale inderogabile. Le giovani generazioni hanno quindi il prezioso compito di ripartire da loro stesse per narrare la potenza della pace e il ruolo della non violenza all’interno di ogni comunità, ma principalmente ai bambini, per fare il modo che, in futuro, si possa evitare ogni forma di conflittualità e violenza tra i popoli e, di conseguenza, gli Accordi di Dayton, possano rappresentare un esempio di diplomazia internazionale da studiare per fermare ogni conflitto in atto e non ripetere gli errori del passato.