Svegliate i responsabili: subito risposte per l’emergenza lavoro

Se c’era qualcuno che aveva dubbi è bene che prenda atto dei dati davvero preoccupanti forniti dall’INPS, non da un centro studi ostile al Governo. Giovedì, l’INPS fa saper che gli occupati a fine maggio erano 750 mila in meno rispetto a un anno prima e che mezzo milioni di precari sono spariti dal mercato del lavoro. L’analisi dell’INPS dimostra poi che i più colpiti sono i giovani e le donne. Sul tema lavoro purtroppo la sensibilità sembra inferiore rispetto al passato. Mentre nei giorni scorsi Landini parlava a Repubblica del rinnovo dei contratti, cioè per chi il lavoro lo ha, i Vescovi e chi scrive sottolineavano, su Interris.it  il problema del lavoro per chi non lo ha ed io aggiungevo il problema del lavoro autonomo che a settembre esploderà con la chiusura di negozi e di piccole aziende artigianali.

Sia il Governo che Landini dimostrano di non conoscere la composizione globale del lavoro nel nostro Paese. Il Governo e Landini erano convinti che bastasse la norma che blocca i licenziamenti e stanziava la cassa integrazione con tanti saluti ai lavoratori a tempo determinato, a tempo parziale e ai disoccupati. En passant dico che se un Amministratore di una qualsiasi azienda privata, avesse dichiarato ai propri azionisti: “Nessuno perderà il posto di lavoro causa Covid”, dovrebbe rassegnare le dimissioni, ma qui voglio invece sottolineare come il Governo non sia riuscito purtroppo ad aiutare la ripresa della economia.
Il rimbalzo economico cui si sta assistendo nasce dal fatto che la ripresa del lavoro, dopo il Lockdown, l’uscita per una parte dei lavoratori dalla cassa integrazione, il ritorno agli straordinari hanno provocato un rilancio della domanda di consumi, i grandi incentivi alla rottamazione dati in Germania e soprattutto in Francia hanno fatto riprendere la produzione delle auto e dei componenti , così la ripresa del lavoro in Cina, nel Nord Africa, stanno provocando un aumento dell’import e dell’esport,  anche se ci vorrà tempo per ritornare ai livelli pre Covid.
Quello che manca ancora è il contributo delle manovre governative. Il rilancio degli investimenti pubblici non è ancora decollato, il Governo , che ha sensibilità diverse all’interno, non ha ancora definito le opere che devono partire, non ha ancora definito quelle che debbono essere gestite da un Commissario etc.
Manca anche il rilancio della produzione auto, la fabbrica delle fabbriche, perché da noi gli incentivi alla rottamazione sono ancora bassi. Aspettiamo fiduciosi il decollo del super bonus del 110%. Sta rallentando più del previsto il  rilancio delle Città e dei consumi , lo Smart working. Per l’età ho visto si qui cinquant’anni di manovre di rilancio, la prima quella post Autunno Caldo.
Questa, tante parole , pochi fatti concreti. Parafrasando Mozart-Da Ponte, nelle Nozze di Figaro, potrei dire  “tanto onor poco contante”……a confermare che la competenza e la capacità di governo non sono cose che si imparano in pochi mesi partendo da zero. L’esperienza, la conoscenza dei problemi arriva solo dopo anni di studio e di lavoro.
Il punto è che la inesperienza e la mancanza di competenza vengono pagate daalle imprese e dal lavoro , in particolare quello più debole , dai giovani e dalle donne , dal piccolo commercio o dalle partite iva , coloro cioè che non hanno una Voce sufficiente in Parlamento e al Governo.  Altro che taglio dei parlamentari.
Aveva ragione Croce, i politici onesti sono quelli competenti, quelli cioè che sanno governare un Paese anche in un periodo straordinario come questo. Ma qui conoscenza dei problemi e competenza latitano troppo.
In questa situazione le speranze vanno riposte nell’utilizzo dei fondi europei. La speranza è di utilizzarli con la stessa produttività dei soldi del Piano Marshall quando 1 dollaro ne metteva in moto 6. Ma per ottenere questi risultati occorrono Opere non operette. Ecco perché mi auguro che il Presidente della Repubblica usi tutta la moral suasion possibile affinché la predisposizione del Piano di interventi da presentare in Europa coinvolga opposizione parlamentare, imprese e società civile.