Diritti delle persone con disabilità: c’è ancora tanto da fare

La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità approvata nel 2006 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ratificata da 183 Paesi, ossia il 94,8% degli Stati membri dell’ONU, rappresenta un punto di svolta di un lungo processo storico, sociale e culturale rispetto all’inclusione delle persone con disabilità. In particolare, la stessa ha riconosciuto la titolarità dei diritti umani e delle libertà fondamentali alle persone con disabilità, sottolineando la necessità di conseguire la loro piena ed effettiva partecipazione e cittadinanza e garantendo allo stesso tempo l’uguaglianza di opportunità e la non discriminazione.

La Convenzione è stata ratificata dall’Italia con la Legge n.18 del 3 marzo 2009 e ciò ha indubbiamente rappresentato un passo molto importante per il nostro paese, per le persone con disabilità e per le loro famiglie, inserendosi nel quadro normativo della tutela e della promozione dei diritti umani, definito in sede internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e via via consolidatosi nel corso dei decenni, ampliando così la tutela delle persone con disabilità e i principi fondamentali in tema di inclusione.

Indubbiamente molto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare, ci sono svariati temi su cui il governo, il mondo dell’associazionismo e l’intera società civile devono agire con assoluta rapidità con l’obiettivo di attuare pienamente ciò che l’articolo 3 della Convenzione Onu ci dice in materia di principi generali al fine di dare una risposta più articolata ai diritti e ai bisogni delle persone con disabilità, come ad esempio l’inclusione lavorativa, la tutela dei caregiver e la piena attuazione del Progetto di Vita. Così facendo dimostreremo di essere diventati una società più matura, attenta ai più fragili e a quella che Papa Francesco definisce la Casa Comune.