Dalla Croce alla vita

Foto di K. Mitch Hodge su Unsplash

In città non si parlava d’altro. Tutti ricordavano quell’uomo crocifisso tra due ladroni sul Golghota, poco fuori dalla città stessa. Di quell’uomo si diceva che era un re, ma senza esercito, un profeta come tanti, che qualche volta faceva dei miracoli, o uno dei tanti predicatori che popolavano la zona. Eppure c’era chi piangeva, chi si disperava, chi aveva creduto nelle sue parole d’amore, ma c’era anche chi lo prendeva in giro. Tutto sembrava irreale, ma allo stesso tempo tutto era vero…

Non era forse costui il figlio dell’umile e semplice carpentiere di Nazareth? Non era egli forse l’amico di quel Lazzaro, che miracolosamente fece tornare in vita? Non era forse capace di raccogliere e radunare migliaia di persone sulla montagna, beatificando i poveri e i puri di cuore? Non era stato egli stesso ad insegnare ai suoi discepoli come pregare alzando gli occhi verso il cielo e chiamando Dio semplicemente Padre Nostro? Non era stato capace addirittura di perdonare chi l’aveva condannato a morire così tragicamente, ed aprire e spalancare le porte del paradiso ad uno dei due ladroni che stavano sul Golgotha vicino a Lui? Eppure quell’uomo stava lì appeso ad una croce, come uno dei tanti “delinquenti” che giravano in città, come un malfattore qualunque, eppure egli non era un uomo qualunque. Nel corso della sua vita, aveva insegnato a tutti senza distinzione di razza, condizione sociale, come si deve vivere rispettando la legge degli uomini e soprattutto quella di Dio.

Era un venerdì, come tanti ce ne sono in un anno, ma quel venerdì c’era qualcosa di diverso: le donne che piangevano, i suoi discepoli, che impauriti erano scappati, facendo finta di non averlo mai conosciuto, nascondendosi in città, lontano dai pericoli. Era un venerdì. Forse era il 7 aprile, il 14 Nisan secondo il calendario giudaico, vigilia della Pasqua ebraica. Gesù, questo il nome dell’uomo sulla croce, muore nel pomeriggio di quel giorno e viene sepolto prima del tramonto, cioè dall’inizio del riposo del sabato, in un sepolcro fuori città.

Sarà Giuseppe d’Arimatea, uomo ricco e stimato, a prendersi cura del corpo del Nazareno, egli infatti possedeva una tomba fuori le mura della città, sarà pertanto lui a dare una degna sepoltura al corpo di Gesù, aiutato da Nicodemo, che porterà la mirra per l’imbalsamazione e l’aloe che servirà, per coprire l’odore della corruzione del cadavere, quindi il corpo sarà successivamente avvolto in un lenzuolo e chiuso dalle fasce.

Il sepolcro di Gesù era sul modello delle tombe giudaiche, fatte di un’anticamera e una camera dove veniva posto il corpo ormai senza vita. L’anticamera comunicava con l’esterno attraverso una porta che veniva sbarrata facendo rotolare una grossa pietra. La mattina di domenica 9 aprile, 16 Nisan, la sua tomba venne trovata vuota. (Secondo gli studiosi la resurrezione sarebbe avvenuta nella notte tra l’8 e il 9 aprile dell’anno 30).

Così la troveranno Simon Pietro e Giovanni: quale meraviglia e quale stupore nei loro occhi e loro cuore: Gesù era veramente risorto!

Eccola la resurrezione, come aveva promesso ai suoi discepoli e a tutta l’umanità: Gesù è la vita che nasce ogni giorno nel sacrificio dell’Eucarestia, nel sapersi continuamente donare agli altri, per essere il servo di tutti, per essere l’altro, Colui che salva. La Pasqua è il giorno della nostra resurrezione, che lo stesso Gesù ci ha donato dopo la distruzione, che era nata dal peccato; è il trionfo della vita sulla morte, del bene sul male.

“Stando alla verità storica, noi diciamo che la Pasqua è accaduta una volta e che sono accade ogni anno. Grazie alla liturgia, la mente umana raggiunge la verità e proclama la sua fede nel Signore (S. Agostino )”. Cristo ha aperto una grande speranza: la speranza della vita oltre la morte; ecco l’uomo è stato sottratto alla morte e restituito alla vita, l’uomo viene sottratto al peccato e quindi restituito all’amore. La morte viene definitivamente sconfitta dalla vita, infatti tutti coloro che sono uniti al Signore crocifisso e poi risorto, possono aspettarsi di partecipare a questa stessa vittoria. La resurrezione di Gesù è promessa di resurrezione per tutti i credenti.