Celebrare le donne non si riduca al semplice dono floreale

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Foto di Antonino Visalli su Unsplash

La Giornata Internazionale della Donna è un momento speciale per ricordare i traguardi politici, economici e sociali raggiunti nel corso dei secoli per ottenere la parità dei diritti e l’inclusione in ogni ambito della società. Questo giorno però, deve essere anche un’occasione per fare una riflessione seria su quanti e quali sono, ancora oggi, i diritti mancati e i fattori che limitano la libertà. Ormai dal lontano 1977, l’Onu ha istituito questa giornata per riflettere su quanto fatto per ottenere una parità concreta ma, anche e soprattutto, guardare al futuro con speranza e gioia.

I motivi su cui fare delle urgenti riflessioni sono molti, ma uno su tutti è il lavoro: si pensi che, secondo un recente studio pubblicato dalla Camera dei deputati sull’occupazione femminile, nel contesto europeo, l’Italia, da molti anni, ha il tasso più basso. In altre parole, per essere estremamente chiari, tra le donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni, in Italia lavorano solo 55%, mentre il tasso di occupazione medio dell’Unione Europea è stato pari al 69,3%. Questa tendenza deve assolutamente essere invertita, serve un incremento delle attuali politiche per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ed esoneri contributivi in favore dei datori di lavoro che assumono le donne.

Tutte noi però, tenendo insieme le tre dimensioni della testa, del cuore e delle mani, come ha detto recentemente Papa Francesco, abbiamo il dovere di essere solidali vicendevolmente e consapevoli per avanzare verso un nuovo mondo in cui si possa vivere in pieno il proprio potenziale umano e lavorativo insieme alla ricchezza della famiglia. L’impegno collettivo deve far sì che, questo giorno, non finisca in un semplice dono floreale ma sia in grado di racchiudere e perpetuare l’impegno quotidiano che, ogni giorno, milioni di donne apportano a tutti i Paesi del mondo, migliorandone le condizioni politiche e sociali globali.