Parco archeologico del Colosseo, arriva lo stop del Tar: accolto il ricorso del Comune

Eravamo rimasti alla presentazione del ricorso al Tar da parte del Comune di Roma contro la decisione del Mibact di istituire un Parco archeologico del Colosseo, nella giurisdizione del quale far convergere non solo l’area dell’Anfiteatro Flavio ma anche quella del Foro romano, del Palatino e la Domus Aurea. Un parco che, almeno per ora, non si farà: il Tribunale, infatti, ha accolto l’esposto di Roma Capitale interrompendo l’iter per la sua istituzione, caldeggiata dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Allo stesso modo (e sullo stesso argomento) è stata accolta la richiesta di “stop” al progetto anche del sindacato Uilpa-Bact anche se, al momento, non è stata fornita la motivazione che ha portato il Tar a emettere tali verdetti.

Il ricorso

Il decreto istitutivo bloccato dal Tribunale era stato emesso in data 12 gennaio 2017 e, fin dal primo momento, il Comune aveva avversato il progetto ministeriale, etichettandolo come un modo per creare differenze nel trattamento delle aree archeologiche capitoline. A essere contestata dal Campidoglio, in particolare, la ripartizione dei proventi della bigliettazione i quali, se per l’80% circa erano in precedenza destinati alla Soprintendenza, con la creazione del Parco sarebbero rimasti nel circuito dello stesso, lasciano all’ente precedente proventi ridotti di circa il 50%.

Franceschini: “Trentuno parchi vanno bene, il 32esimo no”

E se da un lato c’è chi, assieme al Comune, approva la decisione del Tar (“Abbiamo condiviso e sostenuto il ricorso presentato dalla Giunta perché il progetto del Mibact sul Colosseo negava un principio fondamentale, affermato da Petroselli e Cederna, decisivo in relazione alle specificità della nostra città: l’unità del centro storico”, il commento del leader di Sinistra italiana, Stefano Fassina), il ministro Franceschini annuncia che la sentenza verrà impugnata: “Stesso Tar, stessa sezione della sentenza sui direttori stranieri – ha detto all’Ansa -. Fatico però a capire perché 31 Musei e Parchi Archeologici autonomi, dagli Uffizi a Pompei, vadano bene e il 32esimo, il Parco del Colosseo, giuridicamente identico a tutti gli altri, invece no”.

L’accordo con Marino

Il ricorso era stato annunciato il 21 aprile scorso dalla sindaca Raggi e dal suo vice, Luca Bergamo, i quali avevano fatto sapere che il progetto del Ministero “svuota di contenuto l’accordo sottoscritto nell’anno 2015 tra il ministero e Roma Capitale” e “introduce disposizioni economiche finanziarie lesive degli interessi dell’amministrazione capitolina”. L’accordo in questione fu stipulato il 21 aprile di quell’anno tra l’allora sindaco, Ignazio Marino, e lo stesso ministro. A seguito dell’interruzione anticipata dell’amministrazione del dem, però, il previsto statuto che avrebbe regolamentato l’iter di istituzione non è mai stato redatto.