Così Roma prova a contrastare la prostituzione

L'ultimo risaliva a 73 anni fa. Roma ha finalmente un nuovo Regolamento di polizia urbana. L’Assemblea capitolina ha approvato con 26 voti favorevoli e 3 astenuti la delibera 157/2018 della Giunta Raggi che cambia le regole dell’ordine pubblico nella città. Non sono mancate polemiche nel corso delle due sedute di discussione.

Addio ordinanze

Finisce così l'era delle ordinanze, le quali da anni regolano (di sei mesi in sei mesi) le principali questioni relative al decoro urbano. D'ora in poi le disposizioni diventano sistematiche. Tra le tante novità di colore, il divieto di stendere panni tra i palazzi, cantare sui mezzi pubblici o passeggiare a torso nudo. Ma sarà anche vietato “il contatto orale con la cannella di erogazione dell'acqua” ed esporre fuori dai negozi o in vetrina oggetti a sfondo erotico o “lesivi della dignità della persona”

Arriva il “daspo urbano” e se ne vanno i centurioni

Introdotto il “daspo urbano”, che consente ai sindaci, in collaborazione coi prefetti, di sanzionare il soggetto e vietargli l'accesso per 48 ore in determinate aree della città. Il colpevole potrà essere segnalato al questore e se recidivo la misura potrà essere estesa a 60 giorni. Stretta sui centurioni, sui saltafila fuori dai musei. Multe poi a chi imbratta i monumenti, insieme al ripristino dei luoghi, a chi getta mozziconi di sigaretta su suolo pubblico, nelle acque, negli scarichi. Vietato anche affiggere o esporre manifestini, autoadesivi e simili su beni pubblici, ma anche su pali dell'illuminazione e segnaletica stradale. Tra i divieti anche il rovistaggio e il prelievi di rifiuti dai secchioni, così come i bagni nelle fontane. All'interno di queste ultime, sarà vietato anche gettarvi oggetti, sversarvi liquidi, immergervi animali. Paletti anche sulla vendita e il consumo di bevande alcoliche. Obbligo, per chi porta a passeggio animali, di avere con sé un sacchetto per la raccolta delle deiezioni.

Contrasto alla prostituzione

Il nuovo Regolamento si pone l'obiettivo di “ridurre il senso di insicurezza e allarme sociale generato dal fenomeno della prostituzione” e garantire la “sicurezza della circolazione stradale”, ma anche di offrire tutela alle persone vittime di sfruttamento. Vietato quindi “esibire nudità o assumere comportamenti diretti inequivocabilmente a offrire prestazioni sessuali, di ingaggiare o concordare prestazioni e ad appartarsi in luogo pubblico con soggetti che esercitino l'attività di meretricio” e, oltre a quanto già previsto dal Codice della strada, eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione. Daspo e sanzioni sono previsti nei confronti dei clienti e per chi adotta comportamenti osceni, nelle modalità già previste dal decreto Minniti. Previsti poi interventi di sostegno psicologico e reinserimento presso strutture di accoglienza dedicate.

La polemica

Al nuovo Regolamento ha lavorato molto la consigliera del M5s Sara Seccia, la quale ha tuttavia lamentato “che si è cercato di ostacolare l’approvazione del testo e creare ostruzionismo inutile a un regolamento che mancava a Roma da 73 anni e di cui aveva bisogno la città, non la maggioranza”. Diretta la risposta del capogruppo di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo, secondo cui la delibera “è fortemente pasticciata dalle mani della maggioranza, ma non appartiene ai 5 stelle, visto che per la maggior parte il lavoro è stato svolto da dirigenti della Polizia locale. Se dovessimo dare giudizio sulla base di chi lo ha pasticciato con mille emendamenti dovremmo dare voto contrario”. De Priamo ha lamentato la mancata approvazione degli emendamenti di Fdi contenenti il massimo delle sanzioni per il rovistaggio, misure contro il nomadismo e gli insediamenti abusivi.