Caso Raggi, i pm orientati al giudizio immediato

Non si ferma l’onda lunga del caso Raggi, definitivamente esploso con l’invito di comparizione in Procura del 23 gennaio. E, mentre il Movimento 5 stelle si schiera in difesa del proprio sindaco, i pm starebbero puntando al giudizio immediato: il rischio per la prima cittadina di Roma sarebbe di 3 anni per le accuse di falso ideologico e abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Renato Marra a capo del Dipartimento turismo. Se, nel corso dell’interrogatorio, la sindaca dovesse sostenere di non avere responsabilità in relazione alla suddetta nomina, attribuendone la gestione a Marra, smentirebbe contemporaneamente quanto dichiarato all’Anticorruzione del Campidoglio. Un’arma a doppio taglio che, in caso, potrebbe essere evitata dall’attuazione dell’ipotesi di patteggiamento (la quale prevede una condanna di un anno). Una circostanza, però, che attualmente appare alquanto remota anche se, sullo sfondo, una non indifferente rilevanza è rivestita dalla legge Severino, che impone la sospensione delle funzioni di un sindaco qualora la condanna, anche in primo grado, sia superiore a 2 anni.

Meloni: “Marra mi suggerì il fratello”

Nel frattempo, prosegue l’indagine dei pm sulle chat intercorse fra Raggi e Marra, relative all’invio di alcuni screenshot dell’ex capo di gabinetto con i quali informava la sindaca delle norme amministrative che avrebbero portato alla nomina di Renato, senza considerare il conseguente conflitto d’interessi in atto. Il ruolo di Raffaele Marra sarebbe stato confermato anche dall’assessore allo Sviluppo economico, Adriano Meloni, interrogato due giorni fa per chiarire i vari passaggi del conferimento del mandato: “Fu lui a suggerirmi di prendere il fratello”. Un altro segnale della profonda influenza dell’ex finanziere sulla sindaca e del suo potere decisionale all’interno del Campidoglio.

Grillo: “Raggi serena. Le sono vicino”. Avanti col bilancio

Va avanti, intanto, il lavoro sulla maratona di bilancio, vista l’imminente scadenza del 31 gennaio. Dopo la riunione dell’Assemblea capitolina nell’Aula Giulio Cesare, la sindaca ha confermato la sua serenità: “È una giornata normale, come tante altre. Sono tranquilla di quello che ho fatto, l’ho fatto con tutte le procedure che mi sono state indicate dagli uffici”. Anche Beppe Grillo, smentendo la presunta telefonata nella quale diceva alla sindaca di essere stato ingannato, ha manifestato la sua vicinanza tramite il suo blog: “Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico, informando tempestivamente il movimento e i cittadini dell’invito a comparire che ha ricevuto l’altro giorno. Lei è serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile“.

Per quanto riguarda l’ipotesi dell’autosospensione, il capogruppo Paolo Ferrara ne ha nuovamente smentito la sussistenza: “È un’ipotesi che non abbiamo mai preso in considerazione. Siamo compatti al fianco della sindaca. Stiamo lavorando per la città, a partire dal bilancio che stiamo votando in Assemblea capitolina”.