“Non rinunciate alla vostra vita e ai vostri sogni”

Giovani, non rassegnatevi a ciò che sta succedendo. Non rinunciate all'eredità dei vostri nonni, non rinunciate alla vostra vita e ai vostri sogni”. E il grido di speranza che lancia Papa Francesco nel corso della sua visita all'Hogar Principito (Casa del Piccolo Principe), casa che accoglie circa 40 minori senza famiglia, fra bambini e adolescenti, gestita dall'Associazione Apronia, fondata da padre Xavier Arbex de Morsier nel 1996 per far fronte all'elevato tasso di abbandono e sfruttamento minorile a Puerto Maldonado. 

“Il mondo ha bisogno di voi”

Il Pontefice si rivolge direttamente agli adolescenti ospiti della struttura: “Alcuni di voi, giovani che ci accompagnate, provenite dalle comunità native. Con tristezza vedete la distruzione dei boschi – ha osservato -. I vostri nonni vi hanno insegnato a scoprirli, in essi trovavano il loro cibo e la medicina che li guariva. Oggi siete devastati dalla vertigine di un malinteso progresso. I fiumi che hanno visto i vostri giochi e vi hanno dato da mangiare oggi sono insudiciati, inquinati, morti”. E prosegue: “Mi piacerebbe invogliarvi a studiare: preparatevi, approfittate dell'opportunità che avete per formarvi. Il mondo ha bisogno di voi, giovani dei popoli originari, e ha bisogno di voi così come siete. Non rassegnatevi ad essere il vagone di coda della società, agganciati e trascinati! Abbiamo bisogno di voi come motore che spinge!”. Da qui l'invito ad ascoltare i nonni, ad apprezzare le tradizioni, a “non frenare la vostra curiosità”: “Cercate le vostre radici e, nello stesso tempo, aprite gli occhi alla novità, sì e fate la vostra sintesi. Restituite al mondo quello che imparate perché il mondo ha bisogno di voi originali, come realmente siete, non come imitazioni”.

E rimarca: “Abbiamo bisogno di voi autentici, giovani fieri di appartenere ai popoli amazzonici e che offrono all'umanità un'alternativa di vita autentica”. “Amici, le nostre società molte volte hanno bisogno di correggere la rotta e voi, giovani dei popoli originari, potete aiutare moltissimo in questa sfida, soprattutto insegnandoci uno stile di vita che si basi sulla cura e non sulla distruzione di tutto quello che si oppone alla nostra avarizia. Ne sono sicuro”.

Il tesoro più prezioso

Non dimentica certo i piccoli ospiti della struttura: Abbiamo appena celebrato il Natale che ci ha intenerito il cuore l’immagine di Gesù Bambino. Lui è il nostro tesoro, e voi bambini siete il riflesso, siete anche voi il nostro tesoro, il tesoro di tutti noi, il tesoro più prezioso di cui dobbiamo avere cura”. Quindi un monito: “Perdonate le volte in cui noi grandi non lo facciamo o non vi diamo l’importanza che voi meritate. Quando sarete grandi non dimenticatevi di questo. Il vostro sguardo, la vostra vita esigono sempre un maggiore impegno e lavoro per non diventare ciechi o indifferenti davanti a tanti altri bambini che soffrono e si trovano in necessità. Voi, senza alcun dubbio, siete il tesoro più prezioso di cui dobbiamo prenderci cura”. 

Poi, l'invito a sperare: “Alcuni di voi a volte sono tristi alla sera, avete nostalgia del papà o della mamma che non c’è, e so anche che ci sono ferite che fanno molto male. Ma lasciate che vi dica una cosa: le vostre vite sono luce di speranza. Voglio ringraziarvi per la vostra testimonianza. Grazie perché siete luce di speranza per tutti noi”. E aggiunge: “Mi da gioia di vedere che avete una casa dove siete accolti, dove con affetto e amicizia vi aiutano a scoprire che Dio vi tende la mano e vi mette dei sogni nel cuore. E' bello questo”.

A pranzo con gli indigeni

Terminato l'incontro, Papa Francesco si reca a pranzo presso il Centro pastorale Apaktone di Puerto Maldonado, con alcuni rappresentanti dei popoli dell'Amazzonia. Al tavolo del Papa sono, oltre al vicario apostolico di Puerto Maldonado, mons. David Martinez de Aguirre Guinea, nove indigeni dell'Amazzonia. La Sala Stampa della Santa Sede rende noti i loro nomi con le rispettive etnie: Roger Aparicio Pinarreal, di etnia Matsiguenka, originario di La Convención; Norma Sanchez Chapay, di etnia Ashaninka, originaria di Purús; Zaqueo Mochi Urrea, di etnia Ashaninka, di La Convención; Saul Escobar Rodriguez, di etnia Shipibo, originario di Ucayali; Maeriaba Martín Koti, di etnia Matsiguenka, di La Convención; María Luzmila Bermeo Chuinda, di etnia Awajun, originaria di Jaen; Nicasio Roque Moreira, di etnia Junikuin originario di Purús; Yésica Patiachi Tayori, di etnia Harakbut, proveninete da Madre De Dios; Hector Sueyo Yumbuyo, sempre di etnia Harakbut, da Madre De Dios. 

Terminato il pranzo, torna a Lima a bordo di un aereo. In serata l'incontro con le istituzioni.