Zaporizhzhia, spenta la centrale: “Stop all’elettricità”

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è del tutto spenta. Lo riferisce Energoatom. Intanto prosegue la controffensiva ucraina

Centrale nucleare Zaporizhzhia

L’agenzia nucleare statale ucraina, Energoatom, ha annunciato lo spegnimento definitivo della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Il sesto e ultimo reattore ancora attivo è stato spento e, da quel momento, l’impianto ha smesso di produrre elettricità per buona parte della regione. In una nota, l’ente ha comunicato lo spegnimento dell’unità n. 6 della ZNPP e che “sono in corso i preparativi per il raffreddamento e il trasferimento allo stato freddo“. Una decisione inevitabile in termini di sicurezza visto il perdurare dei bombardamenti attorno alla zona della centrale. Anche se, chiaramente, non del tutto risolutiva in considerazione del rischio esistente di danneggiamenti su larga scala anche a reattori spenti. A seguito delle ripetute preoccupazioni espresse dal direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, si è deciso almeno per questo primo passo.

Lo spegnimento di Zaporizhzhia

La centrale, così come la regione circostante, restano ancora in mano ai russi. E, negli ultimi tre giorni, secondo Energoatom avrebbe funzionato nella cosiddetta “modalità isola”, ossia in grado esclusivamente di produrre elettricità per auto-mantenersi attiva. In sostanza, l’alimentazione elettrica dell’area circostante era già cessata con lo spegnimento del reattore numero 5, l’ultimo effettivamente in grado di produrre elettricità su più larga scala. Da capire cosa comporterà lo spegnimento definitivo della centrale, la più grande d’Europa fra quelle nucleari. Negli ultimi due mesi, Zaporizhzhia aveva occupato le prime posizioni nella scala delle preoccupazioni legate alla guerra, come primo e più serio rischio di conseguenze per la sicurezza mondiale. Sia Mosca che Kiev si erano attribuite a vicenda la responsabilità dei bombardamenti attorno alla zona, alcuni dei quali, come appurato dai tecnici Aiea, avevano danneggiato gli impianti stessi della centrale. Rendendo di fatto possibile lo scenario di un incidente nucleare.

La controffensiva

Nel frattempo, sembra iniziata definitivamente una nuova fase della guerra, che vedrebbe i russi in ritirata lungo il fronte orientale. Secondo il presidente ucraino Zelensky, le forze armate di Kiev sarebbero tornate in possesso di 2 mila chilometri quadrati di territorio. Nella giornata di ieri era stata annunciata la riconquista delle città di Izyum e Kupiansk, nella regione di Kharkiv, entrambe strategiche per l’avanzata delle forze russe. Ora, il governatore del Lugansk, Serhiy Gaidai, ha fatto sapere che i russi sono in rotta anche da questa regione: “La bandiera ucraina, che i nostri guerriglieri hanno innalzato ieri sera sull’edificio dell’amministrazione a Kreminna, è rimasta intatta, perché i russi sembrano aver capito tutto e non osano toglierla”.