Xi-Putin: tra mediazione e realpolitik, l’ipotesi tregua olimpica

Ufficialmente, Pechino resta neutrale e si pone come mediatore per la risoluzione della crisi ucraina. L'alleanza con Mosca però resta. L'esperto: "Rapporti più stretti che mai"

Xi Putin
Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay

Intensa e colma di contenuti la visita del presidente russo, Vladimir Putin, a casa del principale partner internazionale del momento, Xi Jinping. L’omologo cinese ha infatti accolto colui che, giusto prima di partire, si era definito “suo amico” cercando di porre Pechino nella posizione che, fin qui, l’aveva lasciata in bilico tra il potenziale ruolo di mediatore e quello di alleato della Russia. Eppure, in un contesto di apparente instabilità, almeno per quel che riguarda i possibili effetti strategici e geopolitici delle relazioni tra i due Paesi, emerge un nuovo spiraglio per una cessazione provvisoria delle ostilità in Ucraina. Sul tavolo dei vari bilaterali, infatti, è finita nientemeno che l’imminente Olimpiade di Parigi, la quale sarebbe, secondo Putin e Xi, l’occasione giusta per una tregua.

Lo scetticismo ucraino

A quanto sembra, l’idea sarebbe partita dal presidente cinese e, da quanto trapelato, sarebbe stata accolta dal leader russo con qualche perplessità. Almeno da quel che traspare dalle parole riportate dalla Tass: “Sì, Xi Jinping me ne ha parlato, abbiamo discusso della questione”. Troppo poco per capire se la strada sia effettivamente percorribile, anche perché andrebbe considerata la posizione dell’altro attore in campo, l’Ucraina. Kiev appare tutt’altro che convinta non tanto della bontà di un cessate il fuoco ma dell’effettivo rispetto dei suoi termini: “Abbiamo già avuto un cessate il fuoco – ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un incontro con i giornalisti -, ma con questo nemico non funziona molto bene. Chi registrerà che durante il cessate il fuoco le loro forze non si avvicineranno a noi? Un cessate il fuoco non impedisce ai mezzi militari di avvicinarsi e poi lanciare un’offensiva. A me sembra una storia morta”.

L’alleanza Xi-Putin

A ogni modo, stando alle informazioni filtrate da Pechino, la posizione della Cina resterebbe coerente con quanto fin qui affermato ufficialmente da Xi Jinping: “La Cina sostiene la convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni”. Il punto è che, se apparentemente la posizione di Pechino appare coerente con quella di un attore neutrale che punta alla risoluzione pacifica del conflitto, l’altro aspetto della questione resta più oscuro. Perché, a conti fatti, tra i due Paesi permane un’alleanza ben più concreta rispetto a semplici relazioni internazionali, specie dopo la decisione dei Paesi occidentali di tagliare (almeno in buona parte) i ponti economici con Mosca.

La realpolitik

“Dall’invasione russa dell’Ucraina – ha spiegato a Interris.it Guido Alberto Casanova, Junior Research Fellow, desk Asia, dell’Ispi -, il rapporto tra Mosca e Pechino è diventato uno dei temi internazionali più attentamente scrutati da parte delle potenze occidentali. Xi Jinping sembra esserne consapevole e la dirigenza cinese negli ultimi due anni è stata molto attenta a calibrare la sua posizione pubblica riguardo al conflitto, cercando di accreditarsi nella comunità internazionale (con una certo successo) come attore neutrale e responsabile capace di interloquire con entrambe le parti in guerra e negoziare la fine delle ostilità”. Questo non toglie che, sul piano delle relazioni tra i due attori, il rapporto appaia piuttosto solido. “A un livello più sotterraneo – ha spiegato Casanova -, dove la realpolitik prevale, i rapporti con la Russia di Putin sono ormai più stretti che mai, e la visita del presidente russo a Pechino potrebbe aiutarci ad avere una idea di quanto siano vicine le due potenze”.

In questo senso, la dichiarazione congiunta finale (riportata per ora solo dal Cremlino) la dice abbastanza lunga: “Mosca e Pechino continueranno a rafforzare la fiducia e la cooperazione nella sfera militare e ad espandere la portata delle esercitazioni e dell’addestramento militare”. Questo mentre si starebbe valutando l’ipotesi di una tregua olimpica.