VIENNA: “NESSUN MURO AL BRENNERO”, ALFANO: “EVITATA UNA CRISI”

Al Brennero ci saranno solo controlli, se necessario, ma non sarà costruito alcun muro. Lo ha assicurato il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka parlando di notizie “erroneamente riportate”. Vienna, ha garantito, “rispetta Schengen” ma invita l’Europa a “prendersi le sue responsabilità” sulla gestione dei migranti. Parole accolte con prudenza dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, al termine del faccia a faccia con il suo omologo austriaco a Roma dopo giornate di tensione alle stelle. “Abbiamo evitato per ora una crisi e la chiusura del Brennero”, ha detto. Aggiungendo però subito dopo: “E’ definitivo? Bisogna lavorarci sopra”.

Quel che è certo, al momento, è il messaggio inviato a Vienna dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha espresso “grave preoccupazione per quanto sta accadendo”, assicurando che “la Commissione valuterà qualsiasi misura decisa o annunciata dal governo austriaco”. Juncker ne parlerà giovedì prossimo a Roma con il premier Matteo Renzi, che proprio ieri ha accusato l’Austria di violare “sfacciatamente” le regole europee e oggi è tornato a ripetere che “chiudere i confini è una scelta slegata dalla realtà”. Mentre il Papa, in una conversazione con il vescovo di Bolzano-Bressanone mons. Ivo Muser, ha sottolineato l’urgenza di aiutare le persone in fuga. Sobotka, durante la conferenza stampa indetta in ambasciata proprio per chiarire la posizione austriaca, ha risposto anche a Renzi. “L’Austria – ha osservato – non fa nulla contro il diritto europeo. Rispetta la convenzione di Ginevra e ha appena varato una legge sull’asilo. Ci muoviamo sempre in base al diritto europeo e ci auguriamo che lo stesso facciano tutti, vogliamo la solidarietà di tutti”.

Per il momento le diffidenze sembrano rimanere da entrambe le parti, ma si lavora per trovare un punto di incontro. L’Austria non rinuncerà ai suoi ‘paletti’ (non metaforici) che ha già iniziato a costruire, ha assicurato il ministro, per “incanalare i flussi” di migranti. L’Italia rafforzerà i controlli: “Abbiamo chiesto più poliziotti, carabinieri, finanzieri”, ha assicurato Alfano, e ci sarà un confronto quotidiano tra le polizie di frontiera dei due paesi. Ma lo scetticismo resta. “L’Italia non si farà spaventare da un gabbiotto e dimostreremo che sono soldi sprecati”, ha detto.

E poi c’è la guerra dei numeri. Da un lato un paese che ha timore di non riuscire a regolare i flussi, dall’altro i dati forniti dal titolare del Viminale: “Ad oggi sono 2722 i migranti da noi fermati in Italia provenienti dall’Austria e questo numero è superiore a quelli che hanno fatto il tragitto inverso”. Allarme infondato, insomma. Ma Vienna è finita al centro delle polemiche non solo per l’annuncio, fatto o frainteso, della possibilità di chiudere il valico del Brennero. Anche la nuova legge sul diritto di asilo ha fatto discutere. Duramente criticata dalla Caritas austriaca, secondo la quale la nuova norma “svuota e aggira il diritto di asilo”, la nuova norma è stata commentata perfino dal segretario generale dell’Onu Ban ki-moon che ha parlato di “impatto negativo” delle restrizioni “crescenti” in materia di immigrazione.

Se al confine tra Italia e Austria le diffidenze dunque restano, Roma e Vienna sembrano ricompattarsi di fronte a Bruxelles e alla necessità che tutti e 27 i membri dell’Ue siano coinvolti nel dossier migranti. “Abbiamo registrato il sostegno dell’Austria al ‘Migration compact’ – ha detto Alfano – il nostro pacchetto di misure che porteremo sul tavolo della riunione dei capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea”.