Tensioni Italia-Turchia, tutte le reazioni politiche

Dal caso sulla sedia mancante per la presidente von der Leyen ad Ankara, alle tensioni con il premier Draghi: i rapporti con Erdogan al centro del dibattito

La frase sulla Turchia di Draghi durante la conferenza stampa non è passata inosservata. Nel commentare quanto accaduto ad Ankara con la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen rimasta senza sedia, il premier italiano ha definito Erdogan un “dittatore“. La Turchia ha reagito convocando il proprio ambasciatore.

Le reazioni del mondo politico

Tutti i partiti si schierano al fianco del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ieri ha definito “dittatore” il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

Giorgia Meloni ricorda che il suo partito “denuncia da anni la deriva autoritaria e islamista della Turchia e chiede alla Ue di ritirare ad Ankara lo status di Paese candidato”. Matteo Salvini, segretario della Lega, sottolinea che “lezioni di democrazia dalla Turchia penso che nessuno al mondo le possa prendere”. “Draghi ha detto quello che pensava in maniera forte, che non siano rispettati certi diritti in Turchia è naturale e lo dicono tutti. Mi auguro che la Turchia faccia un passo indietro e torni a quella di qualche anno fa”. L’ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani commentando le dichiarazioni del premier italiano sul presidente della Turchia.

Per il Movimento Cinque Stelle bisogna bloccare immediatamente “ogni fornitura di armamenti italiani verso la Turchia”. Sostegno anche dal Partito democratico: Draghi ha detto come stanno le cose. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, auspica che il governo convochi alla Farnesina l’ambasciatore della Turchia “per chiedere conto della loro reazione”. Per il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto di Italia Viva, il presidente Draghi ha ragione: “Bisogna parlare anche con governi che hanno un’idea della democrazia lontanissima dalla nostra. E, a questo proposito – sostiene – bisognerebbe ricordare al ministro degli Esteri turco che anche alcune tra le peggiori dittature sono nate con regolari elezioni, la storia purtroppo ce lo insegna”.

Solidarietà anche dall’Europa

Attestati di stima a Draghi arrivano anche dal Ppe. Manfred Weber, presidente del gruppo al Parlamento europeo, dice che “sotto la guida del presidente Erdogan, la Turchia si è allontanata dallo Stato di diritto, dalla democrazia e dalle libertà fondamentali nell’ultimo decennio. Non è un paese libero per tutti i suoi cittadini”. “Siamo categoricamente contro una prospettiva di adesione della Turchia all’Ue e finché è sul tavolo ostacola un rapporto più realistico e franco con il Paese”, aggiunge Weber.