Report pedofilia, don Di Noto (Meter): “Il pedo-business è sempre più strutturato”

Il commento rilasciato a Interris.it di don Fortunato Di Noto, sacerdote e fondatore dell’Associazione Meter per la lotta alla pedofilia e pedopornografia online, in merito al Report pedofilia 2022 presentato oggi

“Il Report 2022 Pedofilia e Pedopornografia dell’Associazione Meter presentato stamattina a Pachino (Siracusa) rappresenta la concreta opera di salvaguardia e tutela dei minori da parte dell’Associazione Meter”. E’ il commento rilasciato a Interris.it di don Fortunato Di Noto, sacerdote e fondatore dell’Associazione Meter per la lotta alla pedofilia e pedopornografia online, in merito al Report pedofilia 2022 presentato oggi.

Infanzia
Don Fortunato di Noto con Papa Francesco

Il commento di don Di Noto

“Il report non è solo un insieme di dati statistici, ma è la foto di un fenomeno indicibile. Evidenzia, per quel che riguarda gli abusi sessuali sui minori e sulla pedopornografia, quanto sia necessario lavorare con sempre maggiore collaborazione con la Polizia Postale, ognuno con i propri compiti, ruoli e capacità, come confermato anche dalle parole del Direttore della Polizia Postale Ivano Gabrielli”. La pedopornografia è infatti certamente e innanzitutto un fenomeno criminale – prosegue don Di Noto -. E’ stato confermato durante la conferenza stampa odierna; ci conforta che tutto ciò che è scritto nel report sia l’evidente conferma dell’esistenza di un fenomeno globale, trasversale, che richiede sempre maggior impegno specie verso le piccole vittime: bambini e minori vulnerabili. Non vogliamo dunque solo parlare di strutture criminali, ma soprattutto di persone: le vittime del pedo-business”.

Cosa ha evidenziato il Report 2022, in breve?

“Il report ha evidenziato da un lato la diminuzione dell’uso di foto (da 3.479.052 alle attuali 1.983.679) video (da 1.029.170 a 921.382) e social, che vengono utilizzati meno rispetto agli anni precedenti. Dall’altro, ha riaffermato la nuova modalità di scambio dei file a pagamento: le cartelle compresse (1.734 nel 2022, 637 nel 2021)”.

Cosa sono le cartelle compresse e perché vengono usate maggiormente?

“Le cartelle compresse RAR hanno di specifico che, oltre ad avere una codifica diversa rispetto alle cartelle ZIP, danno la possibilità di inserire un codice (o password) per la decompressione. Sono il sistema maggiormente usato dai pedopornografi per due motivi: è possibile caricare in questo formato una mole di foto e video impressionante. Per questo nel rapporto scriviamo che il fenomeno reale è ‘non quantificabile’. Dal 2012 a oggi sono stati individuati 47.801 link nel deep web e nel dark web. Meter dal 2014 monitora continuamente foto, video e mega archivi: sono 25.233.802 le foto denunciate, 7.452.304 i video, 15.437 i mega archivi. I dati, i numeri, i grafici, seppur raccapriccianti – aggiunge don Di Noto – non ci permettono di fotografare la reale condizione degli abusi, soprattutto sessuali, nei confronti dei bambini vittime. Per quanto spiegato sopra, infatti, non è possibile quantificare precisamente l’ingente mole di materiale pedopornografico che naviga nella rete internet”.

Qual è il secondo aspetto?

“Grazie ai file compressi i pedopornografi hanno ormai strutturato veri e propri servizi di hosting dove queste cartelle possono essere acquistate con carte di credito. La pedocriminalità è sempre più strutturata e ha costruito un vero e proprio pedo-business. Anche il dottor Gabrielli ha confermato questa nuova forma di sfruttamento sessuale sui bambini a scopo di lucro. In definitiva, serve un impegno di tutti, continuo, che ci vedrà ulteriormente impegnati il prossimo 7 maggio per la 27esima Giornata dei Bambini Vittime di Violenza e Indifferenza contro la Pedofilia a Piazza san Pietro per partecipare al Regina Coeli di Papa Francesco e per ribadire l’impegno imperituro di Meter a favore della tutela di tutti i bambini, vittime innocenti”.