Renzi si dimette da Segretario del Pd: “Peggio della scissione c’è il ricatto”

Matteo Renzi si dimette da ruolo di Segretario del Pd. “Il congresso – dice all’assemblea del partito, in corso a Roma all’hotel Parco dei Preincipi – si farà nei tempi statutari”. Nel suo intervento, durato poco più di 40 minuti, l’ex Premier si rivolge direttamente alla minoranza invitandola a “smetterla con le divisioni”, “fuori da qui ci prendono per matti”. Non solo, la esorta anche a non continuare la minaccia della scissione, “la sola parola mi fa soffrire”, dice Renzi dal palco. Poi mette in guardia chi si candiderà alla guida del Pd: “Avete il diritto di sconfiggerci, non quello di eliminarci – afferma rivolgendosi, senza citarli, a Michele Emiliano, Roberto Speranza e Enrico Rossi -. Non potete chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi perché solo così si evita la scissione. Questa non è una regola del gioco democratico”.

Renzi: “No ai diktat della minoranza”

“Scissione – sottolinea Renzi – è una delle parole peggiori, peggio c’è solo la parola ricatto, non è accettabile che si blocchi un partito sulla base dei diktat della minoranza. Tutti si sentano a casa nel Pd, liberi di discutere ma se in tutte le settimane c’è un’occasione di critica, se per tre anni si è pensato che si stava meglio quando si stava peggio – aggiunge -, io non dico che siamo nemici né avversari ma dico ‘mettetevi in gioco’, non continuate a lamentarvi ma non potete immaginare di chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi per evitare la scissione non è una regola democratica”.

Pieno appoggio al governo Gentiloni

Sul governo Gentiloni, l’ex Premier afferma: “Basta con la discussione e le polemiche sul governo. Faccio un applauso a Gentiloni che è qui, per quello che sta facendo con i ministri. E’ impensabile che si trasformi il congresso in un congresso sul governo. Sarebbe un errore allucinante per tutti. Sul governo non ho cambiato idea, mi fa piacere che altri lo abbiano fatto passando dall’appoggio caso per caso all’appoggio fino a fine legislatura – conclude -. Rispettiamo l’azione del governo e i poteri del presidente della Repubblica”.

Rossi: “Renzi ha alzato un muro”

“È stato alzato un muro, sia nel metodo che nella forma. Per noi la strada è un’altra. Sono maturi i tempi per formare una nuova area. Ci sono stati milioni di cittadini che hanno abbandonato questo Pd”, spiega il governatore della Toscana, Enrico Rossi. “Abbiamo posto lo stesso problema che milioni di cittadini pongono e che avvertono il Pd – aggiunge – come un partito non più di sinistra. Abbiamo provato ad avanzare alcune idee, invece è stato alzato un muro e non abbiamo avuto nessuna risposta di merito né di metodo”.

Veltroni, l’appello all’unità

Dal palco dell’Assemblea, Veltroni lancia un appello all’unità per fermare la scissione: “Prenderò pochi minuti per dire quanto è sbagliato e quanto mi angoscia quello che sta accadendo e per rivolgere un invito e un appello a tutti gli amici e i compagni, con cui abbiamo condiviso un lungo tratto di strada, vittorie e sconfitte, perché non si separi la loro strada dalla strada di tutti noi”. L’ex segretario elenca le divisioni della sinistra con le conseguenze, parlando anche della candidatura di Prodi al Quirinale: “La sinistra, quando si è divisa, ha fatto male a se stessa e al Paese. Questo è stato il demone, la malattia politica, ridurla a una questione di carattere e persone è una scorciatoia”.